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giovedì 22 maggio 2014

Le avventure di Huckleberry Finn - Mark Twain (1884)

"In nessun luogo si sta liberi e comodi come sopra una zattera."
Huckleberry Finn

TRAMA
La storia inizia nel medesimo punto in cui era terminato Le avventure di Tom Sawyer. Il piccolo vagabondo Huckleberry Finn, dopo aver trovato il tesoro insieme all'amico Tom Sawyer, viene affidato alla tutela della buona e caritatevole vedova Douglas, la quale si preoccupa anche di depositare in banca la parte del "bottino" del ragazzo (circa seimila dollari), in modo che egli possa usufruirne in futuro.
Ma Huck non è felice a casa della vedova, si sente come prigioniero. Infatti, pur essendo animata dalle migliori intenzioni, la vedova Douglas non si rende conto che una vita fatta di studio, preghiere, rispetto delle regole e delle buone maniere  non fanno proprio per lui, il quale invece rimpiange i bei tempi in cui dormiva in una botte e si vestiva di stracci, ma almeno era libero.
Accade poi che, attirato dalla cospicua somma in suo possesso, si rifaccia anche vivo in paese il padre di Huck, un ubriacone rozzo e violento che, grazie alle mancanze di un giudice inesperto, riesce addirittura a riottenere la custodia del figlio. Ma all'uomo non interessa nulla del ragazzo, tanto più che arriva persino al punto di tenerlo imprigionato in una baracca sul fiume Mississippi, e picchiandolo spesso molto ferocemente durante le sue frequenti sbronze.
Così un giorno Huck, approffittando dell'ennesima sbornia del padre, riesce a fuggire a bordo di una canoa e a rifugiarsi sull'isola Jackson. Qui incontra Jim, uno schiavo di colore di proprietà della sorella della vedova Douglas, fuggito anch'egli per il timore che la sua padrona voglia venderlo ad un altro proprietario il quale, con ogni probabilità, lo tratterebbe in maniera molto meno umana di quanto non faccia miss Watson.
Lo strano duo a questo punto decide di risalire il corso del fiume fino all'Ohio, stato nel quale lo schiavismo è in procinto di essere abolito e dove entrambi potranno avere la possibilità di vivere da uomini liberi.
Ma nel lungo tragitto gliene capiteranno veramente di tutti i colori.

RECENSIONE
Ambientato negli anni Quaranta del XIX secolo, ovverosia poco prima della Guerra di Seccessione, Le avventure di Huckleberry Finn, oltre ad essere uno di quei classici senza tempo, riesce anche a raccontare uno spaccato di storia americana autentica come pochi altri sanno fare. Merito indubbiamente di colui che seppe tracciare la strada per moltissimi altri grandi scrittori che verranno (Hemingway su tutti, ma anche Steinbeck, Borges e Lansdale, ma sono solo i primi che mi vengono in mente), e cioè Samuel Longhorne Clemens, in arte Mark Twain, pseudonimo che deriva dal gergo della marineria fluviale, ambiente che l'autore del Missouri conosceva molto bene, avendo fatto per anni il pilota sui battelli a vapore che solcavano il Mississippi. Ed è proprio il grande fiume la colonna portante di questo romanzo, il palcoscenico naturale sul quale si svolgono le vicende di Huck Finn e dei suoi amici.
Ragazzino sostanzialmente privo di educazione, cresciuto per strada, è per me il personaggio più riuscito e meravigliosamente vitale creato da Twain. Più di Tom Sawyer, che è discolo sì, ma che è molto più addomesticabile e meno pratico. Huck invece è selvatico, anche se di buon cuore, terribilmente realista ed è in grado di raccontare fior di balle senza battere ciglio, soprattutto se si tratta di doversi tirare fuori dai pasticci. Insomma, la buona, vecchia arte di arrangiarsi.
"Ho bell'e capito che sono un branco di idioti, perchè non si tengono il palazzo per loro invece di darlo agli altri?" esclama Huck quando Tom Sawyer cerca di spiegargli che i geni delle lampade magiche fanno tutto ciò che desidera colui che le strofina, anche costruire palazzi. In questo impareggiabile dialogo c'è la quintessenza del personaggio di Huck Finn, e si può notare benissimo come siano diversi i due ragazzi, nonostante essi siano amici per la pelle.
Huckleberry nello slang degli stati del Sud degli USA indica una bacca commestibile che cresce spontanea tra i rovi e gli arbusti. Beh, penso che un nome più azzeccato Twain non potesse davvero trovarlo per un personaggio che sa farsi amare e sa far sorridere, commuovere e divertire. Tutto quanto allo stesso tempo.

BF


Nella nostra libreria:
Mark Twain
Le avventure di Huckleberry Finn (The Adventures of Huckleberry Finn)
ed. BUR Rizzoli
190 pag.
traduzione di Emily Cook


 






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