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venerdì 11 ottobre 2013

Prigionieri del paradiso - Arto Paasilinna (1974)

"Stiamo attualmente planando sopra l'oceano. Il reattore destro è fuori uso. Tra pochi istanti tenteremo l'ammaraggio."
Il Comandante Taylor

TRAMA
Quando il Trident carico di personale ONU diretto in India e Bangladesh è costretto ad ammarare su una sperduta isola nell'Oceano Indiano, i quarantotto superstiti non si perdono d'animo. Tra tagliaboschi, ingegneri e personale medico di varie nazionalità, in breve tempo riescono ad organizzarsi per affrontare al meglio l'emergenza.
L'isola deserta si rivela ben presto un autentico Giardino dell'Eden, ricco di risorse naturali che soddisfano pienamente i bisogni primari dell'allegra brigata. E laddove la natura non riesce a provvedere, ci pensano le abbondanti scorte che si trovavano sull'aereo, destinate a missioni umanitarie, e l'ingegno umano.
Ad esempio, delle semplici spirali possono placare due tipi di appettito: trasformate in ami da pesca, per catturare il cibo che abbonda nel mare; utilizzate per il loro scopo originario per garantire ai numerosi amori, che ben presto nascono tra le ventisei donne ed i ventidue uomini, che ad essi non si vadano ad aggiungere anche bambini.
Una volta garantita la soddisfazione delle nessità primarie, si può anche pensare al comfort. E così, si comincia costruendo un frigorifero ricavato dai giubbotti salvagente, si passa ad un'irrinunciabile sauna finlandese, fino ad arrivare addirittura alla distilleria clandestina.
Tutto questo per sopravvivere nel miglior modo possibile fino all'arrivo dei soccorsi attirati dall'S.O.S. lanciato. Ma sarà davvero il caso di farsi salvare?

RECENSIONE
Se Golding nel suo Il Signore delle Mosche ci aveva mostrato come dei naufraghi, pur avendo tutte le potenzialità per poter formare una società utopistica, costretti a vivere insieme in un ambiente circoscritto si fossero trasformati in vere e proprie bestie, Paasilinna capovolge completamente la situazione e ci fa capire quanto la nostra società dei consumi e dei servizi ci tenga in realtà prigionieri del nostro stesso benessere, tanto da trasformare una tragedia in un vero e proprio paradiso.
Prigionieri del paradiso è il primo romanzo dell'autore finlandese, e si vede, anche se presenta già l'inconfondibile stile picaresco, lo humour tagliente e la sua personalissima filosofia di vita.
Certo, se già conoscete Paasilinna (sicuramente è così, scommetto che dopo aver letto la mia recensione su L'anno della lepre vi siete precipitati a leggerlo) non troverete probabilmente che questa sua opera prima sia tra i suoi libri migliori, ma è comunque un romanzo gradevole e divertente, senza troppe pretese ma che comunque contiene un evidente significato profondo su cui riflettere.
Consigliato a tutti coloro che si sono appassionati leggendo Robinson Crusoe, ma anche a tutti coloro che hanno riso a crepapelle guardando lo spassosissimo film di Paolo Villaggio Il signor Robinson, mostruosa storia d'amore e d'avventure.

BW

Nella nostra libreria:
Arto Paasilinna
Prigionieri del paradiso (Paratiisisaaren vangit)
ed. Iperborea
199 pag.
traduzione di Marcello Ganassini

 

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