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giovedì 17 ottobre 2013

Finzioni - Jorge Luis Borges (1944)

"Il treno si fermò in un silenzioso scalo merci. Lönnrot si incamminò per la campagna. Era una di quelle sere deserte che sembrano albe. Vide cani, vide un furgone in una strada morta, vide l'orizzonte, vide un cavallo argentato che beveva l'acqua da una crapulosa pozzanghera."
Jorge Luis Borges


RECENSIONE 
Prima opera di Borges ad essere stata pubblicata in italiano grazie alla pregevole traduzione dell'illustre Franco Lucentini, Finzioni è suddivisa in due parti ben distinte intitolate rispettivamente Il giardino dei sentieri che si biforcano e Artifici.
Questo libro, composto di vari racconti che di volta in volta sono fantastici, esoterici o polizieschi, non è sicuramente il più facile da affrontare, ma vale sicuramente la pena di impegnarsi e di dedicarvi la massima attenzione in quanto, una volta entrati nel meccanismo che regola la forbita prosa dello scrittore argentino, è un piacere smarrirsi nei labirinti onirici che egli riesce sapientemente a creare.
Borges in poche pagine, è in grado di condurre il lettore in altri mondi, in diversi piani di esistenza dove la realtà e la fantasia si fondono insieme e diventano inscindibili.
Leggendo Finzioni ho spesso avuto il sentore di trovarmi all'interno di un sogno, come avviene in Le rovine circolari o La biblioteca di Babele ad esempio, oppure mi sono trovato vittima di strane sensazioni indefinibili come nel bellissimo ed inquietante La lotteria a Babilonia.
Anche negli episodi più classici, ma non per questo meno suggestivi (Il  giardino dei sentieri che si biforcano, La forma della spada), si ha sempre l'impressione di trovarsi quasi in un'altra dimensione e qui sta la magia di questo grande autore.
Un altro esempio lampante di questa straordinaria abilità nel trasportare chi legge in meandri sconosciuti e misteriosi, tramite la descrizione di una "semplice" serie di omicidi, è il superbo La morte e la bussola, dove Borges si conferma un narratore eccezionale dalla grande inventiva, tant'è che questo specifico racconto, nei primissimi anni ottanta ispirò l'idea di seguire una "pista esoterica" ad un noto PM incaricato di indagare sui tragici delitti del Mostro di Firenze.
E se non bastasse, lo scrittore di Buenos Aires sa anche inventarsi libri incredibili e dai titoli singolari che egli prima immagina, poi addirittura recensisce, facendo davvero venire voglia di leggerli, se non altro per la grande curiosità che essi suscitano.
Insomma mi verrebbe quasi da dire che Borges abbia inventato la cossiddetta realtà virtuale almeno cinquant'anni prima. Concludendo, non scoraggiatevi se troverete le prime pagine di questa raccolta un po' ostiche, anche per me è stato così, ma se avrete la costanza di proseguire verrete ampiamente ripagati, statene certi.

BF


Nella nostra libreria:
Jorge Luis Borges
Finzioni (Ficciones)
ed. Einaudi
148 pag.
traduzione di Franco Lucentini




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