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martedì 8 ottobre 2013

Le torri di cenere - George R.R. Martin (2003)

"Lo scheletro di Ian McDonald era mezzo dentro e mezzo fuori. Gli arti erano quasi del tutto affondati nel metallo e spuntavano solo le ultime falangi delle dita (una mano stringeva ancora il laser) e i piedi, mentre il busto era completamente esposto all'aria. Anche la testa, certo: un teschio scarnificato e bianco, frantumato, che però rappresentava ancora un aspro ammonimento. Ogni mattina all'alba quelle orbite vuote fissavano Holt che attraversava il portale sottostante."
George R.R. Martin


RECENSIONE
Prima di raggiungere il successo planetario con le stupende Cronache del ghiaccio e del fuoco, dove è stato in grado di reinveintare il fantasy, un genere che a mio parere stava diventando quasi una parodia di se stesso, George R.R. Martin era noto soprattutto come sceneggiatore per la tv e come autore di fantascienza.
E questi dieci racconti, scritti negli anni settanta, sono qui a testimoniare che il corpulento George è veramente uno scrittore di razza, dotato di un genio eclettico e tuttosommato anche di una buona originalità. Non è assolutamente poco, dal momento che stiamo parlando di un autore che all'epoca stava muovendo i primi passi nel mondo della narrativa.
Ma veniamo ai racconti. Naturalmente, come spesso accade nelle antologie, alcuni episodi mi hanno convinto meno di altri, ma il livello generale nel suo complesso è decisamente buono, con un paio di gemme davvero degne di nota.
Si parte subito col botto: L'eroe, racconto di ambientazione bellico-fantascientifica assai pregevole, anche in virtù del suo finale crudele. A seguire uno dei momenti migliori in assoluto, vale a dire quel gioiellino intitolato L'uscita per Santa Breta, dove si narra di un'autostrada del futuro infestata dai fantasmi.
Un'altra perla è rappresentata da Solitudine del secondo tipo, la storia di un uomo che lavora su di una stazione orbitante lontanissima dalla Terra, che aspetta il collega incaricato di dargli il cambio del turno, un turno durato ben quattro anni, il tutto in un clima di ansia e di desolazione che a me ha fatto realmente venire l'angoscia.
Da citare anche la celeberrima Canzone per Lya, che valse a Martin il Premio Hugo per il miglior romanzo breve nel 1975, e La città di pietra dove il protagonista si spinge fino ai confini dello spazio, andando incontro all'ignoto.
Purtroppo devo chiudere con una piccola polemica che riguarda la discutibile politica editoriale della Mondadori. Come già è accaduto per Le cronache del ghiaccio e del fuoco, anche quest'opera in realtà rappresenta solo una parte dell'antologia su Martin uscita negli USA nel 2003, dal titolo GRRM: A Retrospective, che comprendeva oltre ad altri racconti, anche una sceneggiatura per la nota serie tv Twilight Zone nonchè alcuni saggi e svariate chicche; il tutto racchiuso in un volumone di oltre mille pagine che avrebbe indubbiamente fatto la gioia dei fedelissimi dello scrittore statunitense.
Probabilmente si è deciso un'altra volta di pubblicare il tutto in più uscite editoriali, forse per sfruttare al massimo la scia della popolarità di Martin. Scelta legittima ma a mio giudizio poco rispettosa dei veri lettori appassionati del genere.
Controversie a parte, mi sento di consigliare questo libro perchè rappresenta un'importante testimonianza di uno scrittore che, fin dall'inizio, mostrava di avere un talento narrativo assolutamente fuori dalla norma, aldilà della già menzionata saga fantasy che alcuni anni dopo ne costituirà la sua definitiva consacrazione.

BF

Nella nostra libreria:
George R.R. Martin
Le torri di cenere (GRRM: A Retrospective)
ed. Oscar Mondadori
318 pag.
traduzione di Giusi Valent e Guido Lagomarsino




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