BW&BF

sabato 30 novembre 2013

3.000 VISUALIZZAZIONI IN DUE MESI E MEZZO  E  100 POST ESATTI!!!!

UN GRANDISSIMO GRAZIE A TUTTI!!!

BW & BF

Dolci colline di sangue - Douglas Preston & Mario Spezi (2006)

"Io son stato a fa' delle merende co' i' Pacciani"
Mario Vanni al processo per gli omicidi del Mostro di Firenze

RECENSIONE
Il caso del Mostro di Firenze è forse stato per l'Italia ciò che Jack lo Squartatore è stato per l'Inghilterra: una serie misteriosa di omicidi per mano di una o più altrettanto misteriose figure. Ma al contrario del serial killer che macchiò di sangue la Londra del 1888, per il quale non fu mai dato un volto al colpevole, alcune delle figure che ruotano intorno ai delitti della campagna toscana sono ben note: il pittoresco Pietro Pacciani ed i suoi "compagni di merende", Mario Vanni e Giancarlo Lotti.
Un giorno stavo spulciando nella nostra libreria nella sezione nera, ed ho trovato questo libro, Dolci colline di sangue, comperato e letto anni addietro da BarFly. Mossa dalla curiosità di saperne qualcosa di più su Cicci, il mostro di Scandicci (come era stato nominato all'epoca dei fatti l'assassino delle coppiette), decisi di leggerlo.
Il libro è scritto bene, i fatti sono raccontati in maniera precisa ed in chiave giornalistica. Ciò che però ho trovato assurdamente fastidioso ed irritante è stato il perenne ed invadente narcisismo che permea praticamente ogni pagina del libro a favore di uno dei due autori, Mario Spezi. Non solo, ma tutto ciò viene fatto in maniera stupidamente subdola e fintamente modesta: non è infatti lo stesso Spezi che "si loda e s'imbroda", ma lascia che a fare tutto ciò sia la voce narrante del libro, l'americano Douglas Preston, che lo esalta quasi a divinità onniscente, perseguitato dalla magistratura, povero, piccolo Mario!
Non entro assolutamente nel merito di come sono andati i fatti: prima di tutto io non c'ero (ho un alibi di ferro, sono nata solo pochi mesi prima dell'ultimo delitto); in secondo luogo, poliziotti e magistrati hanno compiuto le indagini del caso ed emesso le relative sentenze dopo il famoso processo che all'epoca fu trasmesso dal programma televisivo Un giorno in pretura, con elevatissimi tassi di ascolto. Sottolineo comunque che un'opinione mia, documentandomi con questo ed altri libri sull'argomento, me la sono fatta, e non corrisponde con quella degli autori.
Ma ciò che critico è proprio questo atteggiamento che reputo poco professionale dal punto di vista giornalistico di non riferire i fatti in maniera oggettiva. Altri autori, come ad esempio Michele Giuttari, sono riusciti a scrivere libri sullo stesso argomento in maniera molto più neutrale ed obiettiva.
Se volete leggere dei saggi su questa oscura vicenda che ha macchiato per sempre quei bellissimi luoghi della campagna toscana, rimane comunque un libro da tenere in considerazione, tenendo però presente di come è stato scritto. Di sicuro non è il primo che vi consiglierei. 

BW

Nella nostra libreria:
Douglas Preston & Mario Spezi
Dolci colline di sangue. Il mostro di Firenze
ed. G+J/Mondadori
345 pag.


venerdì 29 novembre 2013

Rumble Tumble - Joe R. Lansdale (1998)

"Tu hai il cuore tenero, Hap. Io, se trovo un nido di vipere, posso schiacciarle senza pensarci due volte. Tu daresti loro da mangiare, le alleveresti, e forse le manderesti pure all'università. Non dico che una cosa è giusta e l'altra sbagliata. Solo che tu sei fatto in un modo, e ti troverai ad affrontare persone fatte in un altro modo. Se quello che ha detto il nano è vero, ci stiamo mettendo contro la mafia dell'Oklahoma. Se entriamo in campo, dovremo giocare con gente che prende molto seriamente quello che fa..."
Leonard Pine

TRAMA
Avendo perso la casa, Hap è ospite nell'abitazione dell'amico fraterno Leonard, ma la convivenza non è delle più facili soprattutto a causa di Hap che si rivela essere sciatto, pigro e disordinato, caratteristiche queste che mandano letteralmente in bestia Leonard e che provocano discussioni dagli effetti esilaranti per chi legge. L'apice si tocca nella geniale spiegazione che Leonard fornisce all'amico sull'utilità di cambiare sempre il rotolo di carta igienica e nella reazione al ritrovamento di un paio di mutande sporche (ovviamente di Hap) sotto il divano del salotto.
Le cose tra Hap e la bella Brett intanto sembrano procedere bene e così Leonard cerca di spingere l'amico ad andare a convivereanche se Hap non ne sembra ancora convinto del tutto.
Ma un giorno Brett viene contattata da due strani tizi, un nano bardato da cowboy ed un energumeno dalla scarsa intelligenza, che dicono di essere ex dipendenti di Jim Clemente, boss mafioso di Tulsa, e la informano che sua figlia Tillie si trova nei guai.
La ragazza infatti, nata dal precedente e disastroso matrimonio di Brett, si è data alla carriera di prostituta ma è finita in un giro decisamente brutto, quello di Jim Clemente per l'appunto.
Tillie ha cercato di tirarsene fuori ma sembra sia stata scoperta e così c'è il rischio che Clemente voglia punirla, magari mandandola nel peggiore dei suoi bordelli. 
Brett è disperata e chiede ad Hap di darle una mano a riportare a casa Tillie, naturalmente alla coppia si aggiunge Leonard e così, dopo essersi riforniti di armi "fredde", cioè non registrate, il gruppetto parte alla volta di Hootie Hoot, amena località dell'Oklahoma dove Tillie è stata vista l'ultima volta.
Quello che si scatenerà da qui in avanti sarà un gigantesco Rumble Tumble, ovvero quello che in parole povere, da noi si chiama "un gran casino".


RECENSIONE
E così siamo giunti al quinto capitolo del Ciclo di Hap e Leonard e, come al solito, anche in questo caso preparatevi a tanta azione, un bel po' di violenza e sparatorie assortite. Ma anche a farvi un sacco di risate, com'è ormai una piacevole consuetudine nei romanzi di Lansdale. Tra temutissimi boss, scagnozzi maldestri, redneck, killer pentiti in pieno trip religioso, ragazzacce e ragazzacci, questa storia si caratterizza per il ritmo sfrenato e pressochè senza sosta che l'autore imprime praticamente fin dalle primissime pagine.
Politicamente scorrettissimi, sboccati e strampalati ma con un cuore d'oro, i nostri eroi sono l'esatto contrario dei cavalieri senza macchia in quanto, per portare a compimento le loro missioni, tendono ad infangarsi eccome e non solo in senso figurato. 
Le loro azioni sono dettate sempre da un profondo sentimento di lealtà e di giustizia, pronti costantemente ad aiutare chi è in difficoltà sebbene, nel farlo, spesso si vedono costretti ad usare metodi non propriamente puliti e legali.
Negli anni ho sentito molti giudizi discordanti su Rumble Tumble: c'è chi lo considera il miglior lavoro di Lansdale, e chi invece ne critica l'eccessivo uso della violenza soprattutto (a suo dire) per mascherare una trama molto povera.
I pareri sono tutti legittimi ovviamente, ma io credo che ormai si sia capito cosa ci si possa aspettare da uno scrittore come Lansdale... insomma se cercate trame intricatissime e personaggi tormentati allora lasciate perdere. Joe è un autore multiforme, e chi lo conosce lo sa, ma quando utilizza il linguaggio del pulp e dell'hard boiled lo fa dannatamente bene anche perchè non si perde troppo in chiacchiere e bada decisamente al sodo.
C'è chi ha definito il texano "uno scrittore che presta alla perfezione il proprio talento a generi cosiddetti minori". Penso che sia una delle definizioni più azzeccate che si possano dare ad un autore così che, sebbene sia molto dotato, non ha nessuna paura di sporcarsi le mani.

BF


Nella nostra libreria:
Joe R. Lansdale
Rumble Tumble (Rumble Tumble)
ed. Einaudi Stile Libero Noir
251 pag.
traduzione di Alfredo Colitto





giovedì 28 novembre 2013

Presagio triste - Banana Yoshimoto (1988)

 "Ebbi un triste presagio, come se il buio fosse sceso di colpo mentre ero lì da sola, e trascinata lontano dalla marea, avessi corso il rischio di perdermi.
Cominciava così, alle soglie dell'estate, il romanzo dei miei diciannove anni."
Yayoi

TRAMA
Yayoi è una ragazza di diciannove anni, che vive a Tōkiō insieme ai genitori ed al fratello Tetsuo, con il quale ha un rapporto speciale, sicuramente al limite dell'affetto fraterno. La sua vita sembrerebbe scorrere tranquilla e felice, se non fosse per un senso di inquietudine che fin da piccola la accompagna, tanto che spesso non torna a casa per diversi giorni. Ma la cosa che forse più la inquieta è la totale mancanza di ricordi di quando era bambina, accompagnata dalla sua capacità di "percepire" avvenimenti brutti o nefasti, sia quelli passati, sia quelli futuri.
E così un giorno decide di trasferirsi, senza alcun preavviso, dalla zia Yukino, una ragazza di quasi trent'anni alquanto bizzarra ma con la quale ha sempre sentito di avere un legame particolare.
Una volta trasferitasi, Yayoi comincia a cercare di ricordare e ricostruire il proprio passato. Quando poi la zia sparisce senza lasciare nemmeno un biglietto, sa che deve cercarla per completare questo percorso interiore; partirà così insieme a Tetsuo, consapevole del fatto che al suo ritorno nulla sarà più come prima.

RECENSIONE
Dopo Kitchen, nel suo secondo romanzo la Yoshimoto torna ad affrontare i temi che caratterizzavano quello precedente: amore e morte. Tuttavia essi vengono trattati in maniera diversa; innanzitutto non si parla solamente di amore tra innamorati, ma anche e soprattutto amore fraterno. In secondo luogo la morte questa volta non è la protagonista del racconto, bensì si limita ad una particina secondaria, quasi una comparsata. Infine, amore e morte non sono gli unici temi: ad essi si aggiunge quello classico del viaggio, sia interiore e spirituale, sia fisico, che rappresenta anche il passaggio all'età adulta.
Come ricorderete, nel mio post precedente sull'autrice avevo detto che, pur non trovando eccezionale Kitchen, non escludevo assolutamente di leggere qualcos'altro della Yoshimoto. E infatti l'altro giorno, spinta da quel misterioso istinto che mi porta spesso a decidere di acquistare un libro piuttosto che un altro senza alcun motivo apparente, ho deciso di fare un secondo tentativo. E devo dire di essere molto contenta di aver dato una seconda chance alla scrittrice giapponese, perché a mio parere Presagio triste è molto più bello, pur essendo meno famoso. Può essere che sia più occidentale rispetto all'altro libro, e per questo meno "cacofonico" per un lettore italiano. Non posso dirlo con certezza, è solo un'ipotesi che mi sono fatta.
Ma ciò che so senz'ombra di dubbio è che sicuramente leggerò altri libri di Banana, e a questo punto, come spesso mi piace fare, andrò in ordine di pubblicazione (mi piace fare così per seguire l'"evoluzione" degli scrittori) e vi parlerò di Sonno profondo.

BW

Nella nostra libreria:
Banana Yoshimoto
Presagio triste (哀しい予感 - Kanashii yokan)
ed. Universale Economica Feltrinelli
128 pag.
traduzione di Giorgio Amitrano

        

mercoledì 27 novembre 2013

La casa d'inferno - Richard Matheson (1971)

"Lo avevano trovato sdraiato sotto il portico della casa, quel mattino di settembre del 1940, nudo, rannicchiato come un feto, tremante e con lo sguardo perso nel vuoto. Quando lo avevano messo su una barella, aveva iniziato a vomitare sangue, i suoi muscoli si erano irrigiditi, diventando duri come pietre. Era rimasto in coma per tre mesi nell'ospedale di Caribou Falls."
Benjamin Fischer ripensa al suo ultimo soggiorno a Casa Belasco


TRAMA
Casa Belasco è una lussuosa villa sperduta nei boschi del Maine. Costruita subito dopo la prima guerra mondiale, ha ospitato per anni il ricchissimo proprietario Emeric Belasco che decise di abbandonare la città per trascorrere lì il resto della propria vita ospitando di volta in volta un gran numero di amici e conoscenti, anche per lunghi periodi.
Ben presto però iniziarono ad accadere cose terribili in quella casa: asserviti alla magnetica personalità del padrone di casa, anche grazie ad un massiccio consumo di alcol e droghe, gli ospiti si liberarono completamente di ogni inibizione ed, incoraggiati sempre più da Belasco, si dedicarono selvaggiamente a rituali orgiastici, stupri, omicidi, torture di ogni genere in un crescendo di aberrazioni degne del Marchese de Sade. Alla fine tutti gli occupanti della casa morirono, o uccidendosi l'uno con l'altro o impazzendo e suicidandosi, tranne Belasco del quale non venne mai ritrovato il corpo.
Così Casa Belasco si guadagnò da subito la fama di "dimora maledetta" in cui accadevano strani fenomeni di vario tipo. Nel 1931 venne fatto un tentativo per liberare la villa dalle presenze maligne, ma che fallì miseramente. Lo stesso avvenne nove anni dopo quando il gruppo composto da studiosi, esperti di fenomeni paranormali e dal giovanissimo e portentoso medium Benjamin Fischer morirono in circostanze agghiaccianti. L'unico superstite fu proprio Benjamin, allora quindicenne, che venne ritrovato fuori dalla casa nudo ed in stato di fortissimo shock.
Quasi trent'anni dopo, nel 1970, il vecchio miliardario Rolf Rudolph Deutsch, nuovo proprietario di Casa Belasco, decide di ingaggiare tre personalità autorevoli in vari campi, affinchè si stabiliscano per una settimana in quella che è stata ribattezzata "La casa d'inferno" e ne scoprano i misteri.
Così il dottor Lionel Barrett, eminente parapsicologo, la moglie Edith, sua aiutante, e Florence Tanner, ex attrice riscopertasi medium, attirati anche dall'ingente compenso di centomila dollari accettano la proposta di Deutsch.
Ai tre si unisce poi anche l'unico sopravvissuto del gruppo che tentò l'impresa nel 1940, Benjamin Fischer, che però proprio in seguito a quella traumatica esperienza perse i propri poteri medianici.
Il gruppo arriva quindi alla casa che si presenta immersa nella nebbia e circondata da un putrido stagno: roba da far immediatamente dietrofront e tornare subito nella civiltà, ma si sa che le apparenze spesso ingannano e in questi casi la suggestione gioca un ruolo fondamentale. Dopotutto il diavolo non può certo essere così brutto come lo si dipinge.
Vero?

RECENSIONE
In tutta sincerità, non so bene cosa pensare di questo libro. Richard Matheson è da sempre uno degli autori che più mi piace leggere e che più mi ha entusiasmato con le proprie storie, ma qui onestamente mi trovo un po' in difficoltà.
Non è che La casa d'inferno sia brutto, credo però che si tratti di uno di quei romanzi horror che, seppur buoni, risentano tantissimo del passare degli anni. Diciamo che non è che sia invecchiato benissimo, ecco.
La storia, incentrata sul classico tema della casa infestata, è ben scritta ed il talento di Matheson è ben presente in ogni pagina, ma quello che mi lascia perplesso sono i personaggi, che mi sono risultati piuttosto odiosi fin da subito, in un quello che mi è sembrato un misto di altezzosità e tremenda pesantezza. Se dovessi trascorrere una settimana con gente del genere per ventiquattro ore al giorno, penso che non avrei problemi a trasformarmi anche io in un pazzo omicida. Il finale poi, non l'ho trovato assolutamente all'altezza di un grande come Matheson.
Insomma in definitiva, si tratta di un romanzo che merita di essere letto oppure no?
Sulle prime mi verrebbe da dire "NI", però credo che se siete amanti dell'horror forse dovreste provare in quanto da più parti è stato definito un grandissimo caposaldo del genere, tanto da ispirare addirittura Stephen King che in Shining ha inserito qui e là più di un richiamo a La casa d'inferno.
Fate un tentativo quindi e magari alla fine riuscirete ad apprezzare meglio di me questo romanzo che potrebbe anche diventare uno dei vostri preferiti, alla faccia di quel saputello del recensore.

BF


Nella nostra libreria:
Richard Matheson
La casa d'inferno (Hell House)
ed. Fanucci Editore
294 pag.
traduzione di Matteo Diari








martedì 26 novembre 2013

La famosa invasione degli orsi in Sicilia - Dino Buzzati (1945)

"Dunque ascoltiamo senza batter ciglia
la famosa invasione degli orsi in Sicilia.
La quale fu nel tempo dei tempi
quando le bestie eran buone e gli uomini empi."
Dino Buzzati

TRAMA
In un passato immaginario, gli orsi delle montagne siciliane (che però adesso non ci sono più), stanchi di vivere al freddo, tra mille scomodità e con poco cibo, decidono di scendere a valle tra gli uomini, guidati dal loro Re Leonzio. 
Egli in realtà spera non solo di migliorare il tenore di vita del suo popolo, ma anche di ritrovare il figlioletto Tonio, rapito anni prima da due cacciatori. E così guida i compagni verso il paese; ma il Granduca, Tiranno della Sicilia, immediatamente invia le sue truppe per sconfiggere quella che vede come una minaccia al suo potere.
Gli orsi però, aiutati dal loro coraggio e da un pizzico di fortuna, riescono a sconfiggere i soldati, e Leonzio diviene il Re anche degli uomini. Umani e animali cominciano una nuova vita insieme, apparentemente pacifica e serena.
Ma l'ozio è il padre dei vizi, si sa; e ben presto le comodità e i difetti degli umani contageranno anche i cuori degli orsi, una volta buoni e onesti.

RECENSIONE
Scritto cinque anni dopo Il deserto dei Tartari, questo quarto romanzo dello scrittore bellunese è un misto tra poesia e prosa che, pur essendo (almeno nell'edizione della nostra libreria) proposto come libro per ragazzi, trovo sia molto interessante anche per un pubblico adulto.
Innanzitutto l'autore, contrariamente al suo romanzo precedente in cui era riuscito a scrivere un capolavoro basato fondamentalmente sulla lentezza e sull'attesa della battaglia, crea continuamente situazioni dinamiche, come l'epica battaglia tra gli orsi ed i soldati del Granduca. Ma ad essi si alternano anche momenti di riflessione sui vizi dell'uomo, che viene descritto come una bestia ingorda, egoista e cattiva in contrapposizione ai protagonisti della storia, che, almeno inizialmente, sono buoni, generosi e senza paura, seppure un po' ingenui.
Il linguaggio utilizzato da Buzzati è semplice ma allo stesso tempo piacevole e divertente (forse è proprio questo, insieme ai pezzi scritti in rima, a rendere l'opera più "infantile"). Ma l'autore non si è limitato a scrivere una storia: pur essendo meno conosciuto da questo punto di vista, egli è infatti anche un'abilissimo illustratore, ed infatti nel libro troviamo numerosi suoi disegni che non solo rappresentano le scene descritte, ma fanno parte integrante della storia, tanto che più volte si fa riferimento proprio ad essi ("Se osservate piano piano il disegno del combattimento vedrete...")
Buzzati è insomma quello che oggi verrebbe definito "un artista poliedrico", e (al contrario di altri che vengono definiti in tal modo) un artista lo è davvero. Magari questo libro non sarà un capolavoro riconosciuto a livello internazionale come il suo precedente; ma sicuramente è un romanzo molto piacevole da leggere, e su cui forse gli uomini farebbero meglio a riflettere, per non essere più "empi".

BW

Nella nostra libreria:
Dino Buzzati
La famosa invasione degli orsi in Sicilia
ed. Einaudi scuola
137 pag.
illustrazioni di Dino Buzzati

 

lunedì 25 novembre 2013

In piedi sull'Arcobaleno - Fannie Flagg (2002)

"Queste erano alcune delle attività che entusiasmavano Bobby. Ma per lui anche il solo fatto di essere vivo era già motivo di eccitazione. In effetti, quale altro ragazzino al posto suo non si sarebbe svegliato al mattino saltando di gioia e pronto a mettersi in pista? Viveva nel bel mezzo del paese più grande del mondo; alcuni dicevano che uno più grande non c'era mai stato, nè ci sarebbe mai stato in futuro."
Fannie Flagg

TRAMA
Dorothy Smith, meglio conosciuta nella sua cittadina, Elmwood Springs, Missouri, come "Neighbor Dorothy", è una delle tante casalinghe che trasmettono programmi radiofonici direttamente da casa loro.
Ed è attraverso il suo programma che i suoi radioascoltatori si tengono aggiornati, tra una ricetta e l'altra, sugli avvenimenti del paese, a partire dalle vicende dei suoi figli Bobby ed Anna Lee.
Una panoramica dell'American Dream dagli anni Quaranta agli anni Novanta, in un divertente e tenero romanzo dell'autrice di Pomodori verdi fritti e di Hamburger & miracoli sulle rive di Shell Beach.

RECENSIONE
In piedi sull'Arcobaleno è in assoluto il mio romanzo preferito della scrittrice dell'Alabama. Non è costituito da una vera e propria trama, ma piuttosto da un insieme di episodi che si susseguono con il trascorrere degli anni. Leggero e divertente, è un libro che si legge in breve tempo proprio perchè molto scorrevole. Vi capiterà sicuramente di dire "Massì, un altro capitolo e poi smetto", e senza accorgervene vi ritroverete ad averlo già finito.
Tranquilli però: anche se impiegherete poco tempo, vi affezionerete subito allo scavezzacollo Bobby, alla romantica e un po' svampita Anna Lee, alla sfortunata Tot Whooten ed all'eccentrica ed irresistibile Nonna Smith, così come agli altri personaggi della storia.
Un libro che consiglio a tutti, uomini compresi. Se infatti pensate che sia un romanzo prettamente femminile, vi sbagliate di grosso: invero si tratta innanzitutto di uno spaccato che ritrae circa mezzzo secolo di storia americana, con le speranze ed i sogni che facevano brillare gli occhi dei bambini come Bobby.

BW

Nella nostra libreria:
Fannie Flagg
In piedi sull'Arcobaleno (Standing in the Rainbow)
ed. Sonzogno Editore
371 pag.
traduzione di Olivia Crosio

    

domenica 24 novembre 2013

Dalia Nera - James Ellroy (1987)

"Scesi le scale saltando i gradini e proseguii di corsa fino all'angolo con la Norton. Avevo Lee alle calcagna. L'arrivo di due auto, quella del magistrato e quella dei tecnici e dei fotografi, mi spinse ad accelerare la corsa. Harry Sears aveva gli occhi sbarrati e si faceva un cicchetto sotto gli occhi di una mezza dozzina di agenti. I fotografi erano entrati nel terreno e scattavano le loro istantanee puntando l'obiettivo verso terra. Mi feci largo tra gli uomini di pattuglia e guardai..."
"Bucky" Bleichert



TRAMA
Siamo a Los Angeles, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, per la precisione nei primi giorni del 1947.
Dwight "Bucky" Bleichert e Leland "Lee" Blanchard sono due poliziotti legati da un comune passato pugilistico a discreti livelli e dalla passione che entrambi nutrono per la stessa donna, Kay.
Una mattina viene ritrovato il cadavere di una ragazza orribilmente sfregiato e mutilato. Oltre a vari segni di tortura, il corpo presenta due particolari terribilmente macabri: il tronco è sezionato a metà mentre agli angoli della bocca sono stati praticati dei tagli che imprimono al viso un agghiacciante sorriso da clown. La vittima, che si chiamava Elizabeth Short ma conosciuta anche come "Betty" o "Liz", era un'attricetta che cercava di farsi largo nel mondo del cinema, a volte anche prostituendosi.
I due amici devono così occuparsi delle indagini di un caso che presenta aspetti estremamente inquietanti in una città, Los Angeles appunto, che spesso richiama alla mente immagini solari e sfavillanti, e che qui viene invece presentata come un luogo oscuro, cupo ed enormemente pericoloso.

RECENSIONE
Primo capitolo della fortunatissima "Tetralogia di Los Angeles", Dalia Nera si ispira ad un fatto realmente accaduto e che sconvolse l'opinione pubblica americana degli anni Quaranta. L'autore, che abitava nelle vicinanze nel luogo dove venne rinvenuto il corpo di Elizabeth Short, è sempre stato ossessionato da questo caso e se aggiungiamo pure che il giovane Ellroy venne ulteriormente e profondamente segnato anche dall'omicidio irrisolto della madre che avvenne quando egli aveva solo dieci anni, possiamo comprendere meglio la natura dei suoi tormenti.
Il libro, universalmente riconosciuto come un vero e proprio caposaldo del genere, è scritto con lo stile inconfondibile di Ellroy, scorrevole e dal ritmo incalzante e con dettagliate descrizioni che hanno fatto scuola.
L'autore riesce a coinvolgere il lettore al punto tale che sembra quasi di sentire la puzza di fumo stantìo che avvolge la stazione di polizia, l'odore delle numerose tazze di caffè che gli agenti bevono durante le notti insonni, l'asfalto bagnato dalla pioggia, i gas di scarico delle auto.
Il motore trainante della storia però è il rapporto complicato tra Lee e Bucky, con Kay a fare da vertice del triangolo e che di volta in volta volge le proprie attenzioni all'uno oppure all'altro.
Un noir di quelli che hanno contribuito a far innamorare di questo genere letterario milioni di persone, e dal quale Brian De Palma ha tratto nel 2006 una buona versione cinematografica.
Giudizio finale: assolutamente da leggere. Poi naturalmente potrà anche risultare non di vostro gradimento ma, specie se siete appassionati di questo tipo di narrativa, Dalia Nera è un romanzo veramente imprescindibile.

BF


Nella nostra libreria:
James Ellroy
Dalia Nera (The Black Dahlia)
ed. La Biblioteca di Repubblica
381 pag.
traduzione di Luciano Lorenzin








sabato 23 novembre 2013

Brisingr - Christopher Paolini (2008)

ATTENZIONE!!! Il libro di cui stiamo per parlare è il terzo del Ciclo dell'Eredità. Se non avete letto il precedente, intitolato Eldest, vi sconsigliamo di proseguire con la lettura del post.



"I mostri della mente sono ben peggiori di quelli che esistono nella realtà. Paura, dubbio e odio fanno più danni di quanti ne faccia una bestia selvatica."
Arya

TRAMA
La strada da compiere per liberare Alagaësia dalla tirannia di Galbatorix è ancora lunga. Eragon e Roran entrano nell'Helgrind, dove vivono i mostruosi Ra'zac, per salvare Katrina. Dopo aver sconfitto una delle due creature, i due cugini riescono effettivamente a trovare e liberare la promessa sposa di Roran, e scoprono in una delle celle adiacenti Sloan, il padre di essa, traditore e responsabile della distruzione di Carvahall, al quale i Ra'zac hanno divorato gli occhi, rendendolo cieco.
A questo punto Eragon ritiene più sicuro far tornare i due innamorati all'accampamento dei Varden in sella a Saphira, e rimanere lui solo (anzi, insieme a Sloan) a sconfiggere l'altro mostro, per assicurarsi di liberare per sempre il mondo da quelle orrende creature.
E così drago e Cavaliere si separano, per la prima volta dalla nascita di Saphira. Dovranno affrontare mille pericoli, soldati apparentemente immortali, forze oscure e addirittura elezioni politiche. Ma per fortuna ad aiutarli avranno uomini, elfi, nani e draghi.

RECENSIONE
Terzo e penultimo capitolo del Ciclo dell'Eredità, Brisingr, come anche Eldest, si rivela scritto in maniera più adulta e matura rispetto ad Eragon; in effetti dall'inizio del Ciclo sono passati sei anni, e l'autore sembra aver perso in parte l'ingenuità adolescenziale.
Forse a causa della sua formazione tolkeniana, in questo libro in particolare Paolini spesso e volentieri si dilunga in descrizioni prolisse e talvolta, forse, anche superflue. Ma la scrittura rimane comunque interessante, forse perchè egli era stato bravo a gettarne le basi nei due romanzi precedenti.
Il dubbio però che queste parti minuziosamente dettagliate siano state inserite non tanto per una questione di stile ma per il fattore business, in modo da pubblicare quattro libri anzichè tre, ogni tanto può fare capolino.
Brisingr rimane in ogni caso un libro che a me personalmente è piaciuto abbastanza, sicuramente più di Eragon, e ritengo che, qualunque sia stato il motivo che ha spinto l'autore a scriverlo ed a farlo esattamente in quella maniera, sia fondamentale per la trama del Ciclo.
Un romanzo che consiglio a chi avesse già letto i due precedenti, senza infamia e senza lode.

BW

Nella nostra libreria:
Christopher Paolini
Brisingr (Brisingr)
ed. BUR big
834 pag.
traduzione di Maria Concetta Scotto di Santillo in collaborazione con Valeria Bastia e Patrizia Rossi

 

venerdì 22 novembre 2013

Unghia - Laura Hird (1997)

"Claire ascoltò la risata dell'amica echeggiare sotto il ponte sul canale. Era completamente attonita, non riusciva a capire cosa ci fosse di così divertente questa volta. Ma piano piano si lasciò contagiare anche lei. Rise finchè non le fece male. Rise perchè aveva paura di non farlo. Rise fino a quando fu sicura di non smettere più."
Laura Hird


RECENSIONE
Davvero niente male questi dieci racconti di Laura Hird, storie che parlano soprattutto di solitudine e di come la gente a volte sia disposta a fare e a subire veramente di tutto pur di sentirsi amata o accettata.
Dieci racconti nel complesso buoni con un paio di eccellenze ed alcuni episodi che forse ricalcano un po' troppo lo stile del connazionale Irvine Welsh, ma che alla fine si leggono tranquillamente.
I temi trattati sono vari, ma sempre permeati da sensazioni quali la malinconia, l'emarginazione ed il ribrezzo nei confronti di un'umanità che a volte tocca apici incredibili di squallore.
In Unghia, racconto che dà il titolo alla raccolta e che apre il volume, si narra di una ragazza in carriera e decisamente snob, che si ritrova a lottare con quella che sembra una strana malattia della pelle e che la porta sull'orlo della follia. Poi seguono a ruota Amici immaginari, che tratta lo spinosissimo tema della pedofilia visto con gli occhi di una bambina trascurata dai genitori, e L'ultima cena, dove un tipo del tutto insignificante si prende la rivincita sui suoi perfidi e disonesti padroni di casa.
La vendetta è al centro anche di Donne e gatti, dove ci viene raccontato di una donna di mezza età che si rende protagonista di episodi di stalking nei confronti dell'ex marito che l'ha lasciata per una ragazza più giovane, e delle malvagità che arriverà a compiere.
Il bravo venditore è forse l'episodio meno riuscito, del quale non sono proprio riuscito a capirne il senso. Poco male perchè poi segue quello che, a mio giudizio, è la storia migliore del lotto.
Infatti in Itinerari la Hird narra di un ragazzino che vive con una madre ed un patrigno del tutto assenti e disinteressati a lui che nel giorno del proprio dodicesimo compleanno decide di girare per la città di notte a bordo degli autobus, passando dai quartieri più eleganti alle periferie più degradate e degli insoliti incontri che farà.
Anche L'iniziazione ha per protagonisti due teenager, ma questa volta di sesso femminile, che si prendono crudelmente gioco di un loro coetaneo mentalmente ritardato fino alle estreme conseguenze.
Chiudono l'antologia tre racconti carini ma nulla più, intitolati nell'ordine Discreti passatempi, Miglior vita e C'era un soldato... che parlano rispettivamente di perversioni sessuali di coppie sposate, di amore oltre la morte e di un serial killer con forti pulsioni necrofile.
Un insieme di cronache che descrivono senza pietà tutte le peggiori bassezze di cui sono capaci gli esseri umani e in cui si avverte una decisa misantropia. Un'opera che seppur non si possa di sicuro  definire gradevole, credo comunque che meriti una certa attenzione se non altro per lo stile sciolto e vivace di Laura Hird.

BF


Nella nostra libreria:
Laura Hird
Unghia (Nail)
ed. Einaudi
190 pag.
traduzione di Norman Gobetti




giovedì 21 novembre 2013

Il giorno dello sciacallo - Frederick Forsyth (1971)

"Sono il migliore, e quindi il più caro. Quando assumete il migliore, lo dovete anche pagare. Il prezzo è mezzo milione di dollari. E se consideriamo che avete intenzione di impadronirvi della Francia, lo valutate davvero poco, questo vostro Paese."
Lo Sciacallo

TRAMA
Francia, 1963. L'OAS (Organisation Armée Secrète), un'organizzazione clandestina di stampo paramilitare, decide di assassinare il presidente francese Charles de Gaulle, colpevole di aver concesso l'indipendenza all'Algeria. All'interno dell'organizzazione, che in precedenza ha già cercato di attentare con scarso successo alla vita di de Gaulle, si sono infiltrati numerosi agenti dei servizi segreti francesi pertanto Marc Rodin, il capo dell'OAS, si ritira in gran segreto in un albergo di Roma assieme ad André Casson e René Montclair, i suoi più fidati collaboratori, ed alla sua guardia del corpo, un gigantesco polacco di nome Kowalski. All'interno dell'hotel, blindatissimo e sorvegliato ventiquattro ore su ventiquattro, Rodin cerca di trovare un sistema per riuscire ad eliminare definitivamente il Generale de Gaulle e consultandosi con Casson e Montclair alla fine concorda che il modo più sicuro per raggiungere il loro obiettivo è quello di rivolgersi ad un killer professionista.
Dopo aver valutato attentamente diversi candidati, che dovranno assolutamente essere stranieri in quanto del tutto sconosciuti alle forze di polizia locali, alla fine la scelta cade su di un giovane inglese dall'aspetto gradevole e dai modi raffinati che si fa chiamare "Lo Sciacallo". Questi, dopo essere stato contattato, chiede un compenso record di mezzo milione di dollari per portare a termine l'assassinio di de Gaulle. I membri dell'OAS, non disponendo di tale somma, iniziano una serie di rapine in tutto il paese atte a reperire il denaro necessario.
A questo punto entra in gioco lo Sciacallo che, con l'aiuto di numerosi passaporti falsi ed essendo un autentico mago dei travestimenti, inizia con grande pazienza ed astuzia a mettere in pratica il proprio piano fin nei minimi dettagli.
Ma i servizi segreti riescono a scoprire ugualmente che l'OAS sta preparando per l'ennesima volta un attentato al Presidente, pertanto il governo convoca il commissario Claude Lebel, ovvero il più brillante agente investigativo di tutta la Francia e, dopo averlo investito di poteri straordinari, lo incarica di mettersi immediatamente sulle tracce del killer.
Da qui partirà un'incredibile caccia all'uomo attraverso mezza Europa, con lo Sciacallo che, nonostante sia costantemente braccato da Lebel, è più che mai determinato a portare a termine la missione che gli è stata affidata.

RECENSIONE
Eccezionale romanzo pieno di pathos e vincitore dell'Edgar Allan Poe Award 1972, Il giorno dello sciacallo è una spy story tra le migliori, anzi forse la migliore, che io abbia mai letto.
Forsyth, mago indiscusso del genere, è bravissimo a mantenere altissima la tensione praticamente fino all'ultima riga ed è altrettanto bravo nella fase di preparazione a quella che poi sarà la fase topica del racconto.
Un libro che lascia davvero col fiato sospeso, un'ambientazione eccezionale ed una serie di personaggi caratterizzati in modo magistrale. Ma il vero protagonista della vicenda, colui che rimane maggiormente nella memoria del lettore, è senza dubbio lo Sciacallo. Tratteggiata da Forsyth in maniera a dir poco impeccabile, la figura di questo killer senza scrupoli è una delle più affascinanti che sia mai uscita dalla penna di un autore di questo specifico genere.
Verrete trascinati in una serie di pazzeschi inseguimenti dove il sagace ed estremamente competente Lebel, con l'aiuto della polizia britannica, sguinzaglierà i suoi segugi alla ricerca disperata di un criminale che appare terribilmente scaltro ed inafferrabile.
Naturalmente non intendo rivelare nulla di più, ma sappiate solo che questo libro vi terrà incollati fino alla fine e che staccarsi da esso sarà un'impresa davvero dura e magari vi ritroverete anche, come è successo a me, a parteggiare per i "cattivi". 
Se tutto ciò dovesse accadere, non allarmatevi, fa tutto parte del fascino dello Sciacallo.

BF


Nella nostra libreria:
Frederick Forsyth
Il giorno dello sciacallo (The Day of the Jackal)
ed. Oscar Mondadori
457 pag.
traduzione di Marco Tropea


 



mercoledì 20 novembre 2013

Breve storia della scienza - Eirik Newth (1996)

"Amicus Plato, amicus Aristoteles, sed magis amica veritas.
(Platone è mio amico, Aristotele è mio amico ma più amica di loro è la verità.)"
Sir Isaac Newton

RECENSIONE
Se vi è piaciuto Il mondo di Sofia, sicuramente apprezzerete quest'opera dell'astrofisico e giornalista norvegese Eirik Newth, per la quale ha vinto il Premio Brage, un prestigiosissimo riconoscimento letterario nazionale.
Newth conduce il lettore, quasi prendendolo per mano, attraverso la storia della scienza, che spesso però ha incrociato altre materie, quali la filosofia, la politica e la religione.
Lo stesso Gaarder, autore del romanzo sopracitato, parlando di questo libro ha affermato "Un viaggio appassionante attraverso la storia della scienza per curiosi di tutte le età". Effettivamente la casa editrice dalla quale è pubblicato si occupa principalmente di letteratura per ragazzi; ma vi assicuro che in questi giorni, mentre lo rileggevo per rinfrescare la memoria, sono rimasta piacevomente sorpresa dallo stile pulito, comprensibile ma allo stesso tempo rigorosamente scientifico dell'autore, che non si è limitato ad elencare una serie di avvenimenti fondamentali per la scienza ed in generale per l'umanità; al contrario, ci spiega anche perchè tali eventi sono accaduti esattamente in quelle determinate circostanze. Inoltre ci fornisce numerosissimi spunti per riflettere a nostra volta e capire come funziona l'universo, dagli atomi all'evoluzione delle specie, dal metodo scientifico alla fisica quantistica.
Oltre all'opera vera e propria, nella parte alta di ogni pagina si trova una sorta di "calendario" con l'indicazione temporale dei fatti rilevanti per la storia della scienza, dai primi esseri simili all'uomo che hanno fatto la loro comparsa in Africa intorno al 5.000.000 a.C. al ritrovamento di tracce interpretate come dovute ad organismi unicellulari su una meteorite proveniente da Marte nel 1996, anno di pubblicazione di questo libro.
Un libro che consiglio ad adulti e bambini, scienziati o non, poichè ritengo sia fondamentale comprendere come ha fatto il mondo che conosciamo a diventare tale, ed a quale prezzo, per poterlo appezzare e migliorare ancora di più.

BW

Nella nostra libreria:
Eirik Newth
Breve storia della scienza. La ricerca della verità (Jakten på sannheten)
ed. Salani Editore
343 pag.
traduzione di Laura Cangemi
illustrazioni di Fabian Negrin

     

martedì 19 novembre 2013

Il vizio dell'agnello - Andrea G. Pinketts (1994)

"È il vizio dell'agnello. Ha in mente il proverbio 'Il lupo perde il pelo ma non il vizio'? Ecco, è il contrario. Mi spiego: in genere è facile accostare ai lupi vizi e cattiverie, ma forse è solo fame. Invece il vizio dell'agnello è più subdolo perchè nascosto, inimmaginabile per la mansuetudine dell'animale, per l'innocenza del bambino colpevole. Ecco, la cattiveria dei bambini è il vizio dell'agnello."
Dottor Totem, specialista in tabù


TRAMA
Lazzaro Santandrea, non avendo ancora deciso cosa fare "da grande", ammazza il tempo giocando a fare lo psicologo sotto lo pseudonimo di Dottor Totem e ricevendo i pazienti in uno studio ricavato nell'appartamento milanese della nonna.
Qui si presenta un giorno una coppia di coniugi novantenni che chiedono un aiuto all'esimio Dottor Totem specialista in tabù. La loro figlia Branka infatti, insignita un tempo del prestigioso premio "Angiolotta di bontà" come bambina più buona dell'anno, ora sta cominciando a comportarsi in modo preoccupante. E' maleducata, fa dispetti alle altre bambine, insulta i genitori e di recente ha iniziato anche ad avvelenare i piccioni in Piazza del Duomo. Lazzaro decide dunque di incontrare Branka e quello che gli si presenta davanti è uno spettacolo che va oltre il grottesco: Branka ha circa sessant'anni, ma si veste e si atteggia come una bambina delle elementari ed effettivamente, come si scoprirà in seguito, il premio di bontà vinto come bambina modello risale al lontano 1939!
Parlando con lei Lazzaro scopre che ora Branka sta cominciando a stancarsi di avvelenare i piccioni e sta pensando seriamente di passare agli esseri umani, diventando a tutti gli effetti una serial killer. Branka va quindi assolutamente fermata prima che accada l'irreparabile. Ma non sarà affatto facile e con il prezioso aiuto di Duilio Pogliaghi, alias Pogo il Dritto, taxista dalle geniali intuizioni il cui motto è: "Non diciamo cazzate" ed Antonello Caroli, attore fallito e perennemente depresso, Lazzaro si dedicherà a questo caso inquietante con la consueta dose di incoscienza e di sprezzo del pericolo.

RECENSIONE
Scritto con il solito stile di Pinketts funambolico e divertentissimo, Il vizio dell'agnello rappresenta la seconda fatica letteraria dell'estroso autore milanese, ed è un altro libro grandioso.
Sullo sfondo di una Milano visionaria della fine degli anni ottanta, si svolge questa storia che assume ben presto i contorni dell'assurdo più che del giallo. Personaggi splendidi, vicende surreali e una trama scarna ed essenziale contribuiscono a rendere davvero irresistibile questo romanzo. E poi c'è la nota abilità di Pinketts nel trastullarsi con la lingua italiana, con le sue parole ed i suoi modi di dire, buttati in una centrifuga impazzita e rimescolati a seconda delle proprie necessità.
Un libro che forse è un po' riduttivo definire noir, per quanto in effetti siano presenti alcuni elementi tipici di questo genere, ma che tende soprattutto a raccontare le mirabolanti scorribande di Lazzaro e della sua improbabile ciurma in una città che, in quegli anni, è stata veramente per un po' al centro del mondo, prima di una rovinosa caduta.
Probabilmente un gradino sotto all'esaltante Lazzaro, vieni fuori, trovo che Il vizio dell'agnello sia in ogni caso un buonissimo romanzo estremamente coinvolgente e senza dubbio consigliatissimo. Assolutamente da leggere, anzi, da divorare.

BF

Nella nostra libreria:
Andrea G. Pinketts
Il vizio dell'agnello
ed. Universale Economica Feltrinelli
235 pag.


 





lunedì 18 novembre 2013

I love shopping - Sophie Kinsella (2000)

"Okay. Niente panico. Niente panico. È solo un estratto conto della Visa. È solo un pezzo di carta con qualche numero scritto sopra. Che paura può farmi?"
Becky Bloomwood

TRAMA
Becky Bloomwood è una ragazza che vive a Londra, dove lavora per la rivista economica "Far fortuna risparmiando". Paradossalmente, ha un "piccolo" problema: è una shopaholic, ovvero sente un'irrefrenabile ossessione per lo shopping, che la porta a spendere più di quanto guadagni.
Ma Becky non è la cosiddetta "oca". Sì è vero, ha questo problemino che la spinge ad acquistare ed acquistare. Ma in fondo comprare qualcosa al 50% di sconto significa risparmiare, non spendere.
Un po' come la meravigliosa sciarpa di Danny and George. È lì, davanti a lei, e deve comprarla. Ma purtroppo per arrivare alle 120 £ che le servono per comprarla ne mancano 20. Così la fa mettere da parte alla commessa (è l'ultima rimasta!) e comincia la disperata ricerca dei soldi mancanti.
A prestarglieli è Luke Brandon, "il grande capo della Brandon Communications", con cui Becky si sente sempre un po' a disagio e in soggezione. Ma non abbastanza da non accettare il prestito, che ufficialmente serve per fare un regalo alla povera zia Ermintrude che si trova in ospedale.
Riuscirà la povera Becky a sdebitarsi con Luke, oltre che con la banca che da mesi la perseguita per il suo conto in rosso?

RECENSIONE
Primo libro dell'omonima serie, composta (almeno al momento) di altri cinque romanzi, I love shopping è un frizzante e divertentissimo esempio della chick-lit della Kinsella.
Pur essendo Becky la causa di tutti i suoi problemi, non riusciamo a fare a meno di preoccuparci e tifare per lei; le donne, perché spesso si immedesimano in lei; gli uomini, perché comunque è talmente euforica e spumeggiante da strappare un sorriso.
I love shopping ha tutti gli elementi in regola per essere un ottimo romanzo: la giusta combinazione di romanticismo, british humour e situazioni al limite del surreale, che lo rende piacevolissimo alla lettura.
Un consiglio: se per caso avete visto l'omonimo film con Isla Fisher, dimenticatelo. Il libro è molto più divertente, la storia non è la stessa (il film è un miscuglio malriuscito dei primi due romanzi della serie) e soprattutto Becky è diversa da come l'ha interpretata l'attrice britannica, molto meno "oca", per l'appunto.
Il libro ideale da leggere durante il weekend o le vacanze, perché per le 3-4 ore massimo che occorrono per leggerlo ci farà rilassare e dimenticare i pensieri di tutti i giorni. Magari quello di come saldare il conto della Visa.

BW

Nella nostra libreria:
Sophie Kinsella
I love shopping (The Secret Dreamworld of a Shopaholic)
ed. Oscar Mondadori
298 pag.
traduzione di Annamaria Raffo

 

domenica 17 novembre 2013

L'unico figlio - Anne Holt (1995)

"Ricordati questo, Olav: se succede qualcosa che ti sembra difficile e brutto e tutti gli altri sono cattivi con te, vieni da me. Io ti aiuterò sempre."
Maren Kalsvik

TRAMA
Alla casa-famiglia "Sole di primavera" di Oslo, dove trovano rifugio bambini con alle spalle situazioni famigliari difficili, arriva un giorno il dodicenne Olav. Enormemente grasso, forzuto e dal carattere irrequieto e spigoloso, è stato momentaneamente tolto ad una madre vedova ed a sua volta piena di problemi ed affidato alle cure del personale della struttura.
Qui il ragazzo incontra notevoli difficoltà ad ambientarsi: è maleducato, litiga con gli altri bambini, non socializza con gli operatori ad eccezione della graziosa Maren, l'unica che sembra essere in grado di capirlo e di riuscire a calmarlo quando viene colto dalle sue "crisi".
Ma un giorno Olav litiga violentemente con la direttrice Agnes e la insulta, per tutta risposta viene messo in punizione e nei successivi due fine settimana non gli sarà permesso di vedere la madre, incontro al quale il ragazzino teneva molto.
La sera stessa Agnes viene trovata uccisa nel suo studio, con un coltello da cucina conficcato all'altezza del cuore e Olav risulta misteriosamente scomparso. Eirik, il ragazzo che fungeva da sorvegliante durante il turno di notte, dice di non aver notato nulla di strano e nessuno ha sentito niente.
Così la polizia, nelle persone dell'ispettore capo Hanne Wilhelmsen e del suo fido aiutante Billy T., inizia ad indagare su di un crimine che presenta risvolti sociali abbastanza complessi e delicati.

RECENSIONE
Anne Holt, ex Procuratore ed addirittura ex Ministro della Giustizia norvegese, confeziona un romanzo che rientra nei più classici parametri di quello che viene definito "poliziesco nordico" e che ormai vanta numerosissimi esponenti, dei quali la Holt è sicuramente uno dei più rappresentativi.
Un tipo di narrativa che riproduce molto bene la società scandinava attuale e la sua mentalità, meritevole di essere presa ad esempio per molte cose, ma anche terribilmente gelida sotto altri punti di vista. Mi rendo conto che può apparire l'ennesimo luogo comune ma la cosa che mi ha sempre colpito di più di questi racconti è l'incredibile freddezza del tutto, dai rapporti umani in cui la gente fa una fatica tremenda ad aprirsi e nasconde spesso una doppia vita al grande senso di solitudine che il più delle volte trasuda dai personaggi.
Sono romanzi molto utili questi che aiutano noi italiani, che viviamo in un paese allo sbando sotto moltissimi aspetti, a capire che forse anche nell'efficientissimo modello scandinavo ogni tanto qualche crepa c'è. Insomma i loro problemi, seppur diversi e di minore entità, li hanno anche loro. Certo che fa un po' sorridere sentire l'autrice che, nel descrivere una delle zone più malfamate di Oslo, parla di "casermoni grigi con alle finestre appese squallide tendine", "muri coperti dai graffiti" o "cestini della spazzatura storti ed inclinati dai quali fuoriescono cartacce". Praticamente il ritratto di un comunissimo quartiere dormitorio di una qualsiasi città italiana con più di trentamila abitanti.
Concludo dicendo che il romanzo a mio personale parere è ben scritto ma che in molti punti ho faticato parecchio per via della mancanza quasi totale di azione che lo rende spesso un po' noiosetto. Se riuscite a resistere però, sappiate che verrete premiati da un finale davvero stupefacente ed ingegnoso che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso e mi ha fatto realizzare che, dopo tutto, ne è valsa proprio la pena di leggere questo libro.

BF

Nella nostra libreria:
Anne Holt
L'unico figlio (Demonens død)
ed. Einaudi Stile Libero Big
283 pag.
traduzione di Margherita Podestà Heir



 





sabato 16 novembre 2013

I figli di Dune - Frank P. Herbert (1976)

ATTENZIONE!!! Il libro di cui stiamo per parlare è il terzo del Ciclo di Dune. Se non avete letto il precedente, intitolato Messia di Dune, vi sconsigliamo di proseguire con la lettura del post.

"Nelle faccende umane niente è duraturo, eterno, tutte le faccende umane si muovono lungo una spirale, girando intorno e spostandosi verso l'esterno."
Massima Bene Gesserit

TRAMA 
Sono passati nove anni dalla fine della Jihad, quando Paul Muad'Dib ha lasciato i Fremen ed il suo ruolo di Imperatore della Galassia per recarsi, ormai completamente cieco, nel deserto, seguendo la tradizione Fremen.
I suoi figli gemelli, Leto II e Ghanima, sono entrambi dei prenati, poichè Chani, la loro madre e concubina di Paul, ha dovuto nutrirsi con abbondanti dosi di cibo di spezia per riuscire a portare a termine la gravidanza. La conseguenza è che essi, al pari della zia Alia, conservano dentro di sè i ricordi e di pensieri di tutti i loro avi, oltre al loro stesso patrimonio genetico. Ma questo potere eccezionale comporta un grave pericolo per i tre Atreides superstiti: rischiano di venir sopraffatti dalla volontà di una di queste menti che albergano all'interno di essi, tramutandosi così in ciò che le Bene Gesserit definiscono un'abominazione.
Come se non bastasse, un'altra seria minaccia incombe sui due fanciulli. Wensicia Corrino, sorella minore della Principessa Irulan, la sposa "politica" di Muad'Dib, nonchè figlia dell'ex Imperatore Shaddam IV, deposto proprio da Paul, vuole ucciderli eliminando per sempre la stirpe degli Atreides. In questo modo il figlio, Farad'n, diverrebbe il legittimo Imperatore, riportando così al potere la casa dei Corrino.
Elabora a tal scopo un piano diabolico: senza farsi scrupoli nel sacrificare numerosi bambini, addestra due tigri Laza ad attaccare una coppia di ragazzini vestiti con degli abiti particolari e distintivi, e contemporaneamente dona a Leto II e Ghanima gli stessi capi d'abbigliamento.
Ma su Dune nemmeno gli adulti possono dormire sonni tranquilli. Da una parte la vita su Arrakis viene turbata dall'arrivo di un Predicatore cieco, che molti credono essere lo stesso Paul, senza però averne la certezza. Dall'altra Alia per riuscire a zittire le innumerevoli voci dentro di sè cede ad un pericolosissimo antenato, il famigerato Barone Harkonnen, abbandonandosi alla sua volontà.
Atreides e Fremen dovranno quindi combattere con tutte le loro forze e la loro arguzia per evitare che venga distrutto il pianeta deserto, che ormai deserto più non è, e di soccombere insieme ad esso.

RECENSIONE
Il grande Frank P. Herbert non ha avuto semplicemente la capacità di ideare un mondo e di costruire intorno ad esso un ciclo, ma è riuscito nell'impresa di partire da alcuni personaggi all'inizio della saga e di evolverli sapientemente fino a crearne i diretti discendenti, facendo al contempo appassionare il lettore tanto a questi ultimi quanto ai loro avi.
Le figure di Alia e Leto II spiccano indubbiamente in questo terzo libro, ma anche i personaggi "secondari" come Ghanima, Jessica, Duncan Idaho e il Barone Harkonnen sono dei degni co-protagonisti, caratterizzati talmente bene da permetterci quasi di vederli davanti ai nostri occhi.
Come in tutto il Ciclo, politica e religione la fanno da padrone. La trama è avvincente, quanto e forse più di Dune, anche se, al pari dei romanzi precedenti, lo stile può risultare un po' ostico e decisamente lento se paragonato a quello dei libri odierni.
Non di meno I figli di Dune è, a mio parere, un must have per qualunque appassionato di fantascienza.

BW

Nella nostra libreria:
Frank P. Herbert
I figli di Dune (Children of Dune)
ed. Fanucci Editore
539 pag.
traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli