BW&BF

martedì 24 dicembre 2013

Taccuino di un vecchio sporcaccione - Charles Bukowski (1969)

"faceva caldo lì dentro. mi avvicinai al piano e suonai il piano. non sapevo suonare il piano. pestavo i tasti e basta. qualcuno ballava sul letto. poi guardai sotto il piano e vidi che una ragazza c'era stesa sotto con il vestito sollevato fino ai fianchi. suonai con una mano sola, allungai l'altra e rapinai un'emozione."
Henry Charles Bukowski


RECENSIONE
Non c'è nulla di meglio di un bel libro di Charles Bukowski per calarsi alla perfezione nell'atmosfera natalizia! Così, sempre che riusciate a sopravvivere alle mega abbuffate che prenderanno il via tra poche ore, vi propongo questa autentica meraviglia dalla sterminata produzione del formidabile ragazzaccio della letteratura americana.
Taccuino di un vecchio sporcaccione è in realtà la raccolta di una serie di racconti che Bukowski scrisse tra il 1967 e il 1969 sulle pagine di una rivista underground che si chiamava "Open City" e che viene citata anche nel successivo Storie di ordinaria follia con il nome di "Open Pussy" (non ve lo dovrò mica spiegare io cosa vuol dire, vero???), come la vera e propria palestra letteraria dove egli si fece le ossa.
La storia (vera) praticamente è questa: il direttore della rivista John Bryan fondò "Open City" dopo essere stato licenziato da un altro giornale più tradizionalista, in quanto aveva protestato per via di uno special natalizio dove erano stati cancellati gli organi sessuali in un disegno che raffigurava Gesù Bambino. Quindi come vedete, un collegamento col Natale c'è...
Bryan pensò così di farsi il suo giornale, chiamando il vecchio amico Bukowski a tenere una rubrica intitolata appunto Taccuino di un vecchio sporcaccione dove il Nostro aveva la totale libertà di scrivere, nè più nè meno, tutto quello che gli passava per la testa.
Il successo neanche a dirlo fu clamoroso, soprattutto se consideriamo il fatto che si trattava di un giornale dall'impronta dilettantistica che non aveva una vera e propria distribuzione, il tutto in una città come Los Angeles dove all'epoca pubblicazioni di questo tipo spuntavano come funghi.
Bukowski in particolare divenne l'idolo dei lettori, i quali adoravano il suo stile asciutto e sboccato e le sue storie allucinate e divertentissime. E così dopo una vita passata come dipendente delle poste, a quasi cinquant'anni, venne travolto da una popolarità del tutto inaspettata e la sua casa divenne meta di veri pellegrinaggi da parte dei suoi fan che andavano a trovarlo per farsi una bevuta insieme a lui e discutere degli argomenti più disparati, e dalle numerose ammiratrici che non mancavano di fargli arrivare infuocate dichiarazioni d'amore.
Inutile cercare un fil rouge in questo libro, si tratta infatti di una serie di racconti brevi totalmente slegati tra di loro ma che rappresentano delle autentiche gemme. Le storie non hanno titolo, lo stile è scarno, la punteggiatura incerta, l'esposizione è frenetica ed a volte confusa, ma se amate lo scrittore di San Pedro sappiate che non potete assolutamente esimervi dal leggere questa stupenda e spumeggiante raccolta.
Inutile dire che questo è un autore che o si odia oppure si ama alla follia, pertanto se lo conoscete potete ben immaginare cosa vi attende...
Non mi resta dunque che chiudere con una citazione dello stesso Bukowski nella prefazione a questo volume, dove dice la sua su tutta la faccenda di "Open City".

"È tutto strano, molto strano. Pensate solo che se non avessero cancellato il pisellino e le palline a Gesù Bambino, ora non leggereste queste pagine. Così, allegria."

Natale con lo zio Buk dunque, evviva evviva!
E naturalmente, siccome IO sono un bravo ragazzo, faccio i miei migliori auguri a tutti.
Buon Natale!

BF


Nella nostra libreria:
Charles Bukowski 
Taccuino di un vecchio sporcaccione (Notes of a Dirty Old Man) 
ed. Guanda Editore
142 pag.
traduzione di Carlo A. Corsi









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