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domenica 1 dicembre 2013

Il Silmarillion - J.R.R. Tolkien (1977)

"Esisteva Eru, l'Unico, che in Arda è chiamato Ilùvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, Coloro che sono santi, progenie del proprio pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altra cosa fosse creata. Ed egli parlò loro, proponendo loro temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto."
Ainulindalë - La Musica degli Ainur


TRAMA
Il Silmarillion non è un romanzo ma, come lo definì lo stesso Tolkien, un legendarium, ossia una raccolta di leggende, avventure e racconti mitologici che narrano la storia di Arda, il mondo in cui si svolgono tutte le vicende dell'universo tolkeniano, dalla sua creazione fino all'inizio della cosiddetta Quarta Era.
L'opera si divide sostanzialmente in cinque sezioni:

- Ainulindalë
- Valaquenta
- Quenta Silmarillion
- Akallabêth
- Gli Anelli di Potere e la Terza Era

Nell'Ainulindalë viene descritta la genesi di Arda ed Eä ad opera della divinità Eru Ilùvatar con l'aiuto degli Ainur, maestose entità al suo servizio. Insieme iniziano ad intonare un armonioso canto allo scopo di creare Eä, l'Universo; ma Melkor, il più potente ed ambizioso tra gli Ainur, comincia ben presto a dare vita ad una melodia dissonante originando così tutti i mali del mondo. 
Siccome Arda è ancora immersa nell'oscurità, gli Ainur costruiscono due colossali lumi che vengono consacrati dal loro re, Manwë. Melkor però, diventato a tutti gli effetti una sorta di spirito ribelle e malvagio, li abbatte e riversa su Arda un mare di fuoco. Gli Ainur riescono a rimediare alla catastrofe, ma si indeboliscono moltissimo rischiando così di soccombere a Melkor. Decidono allora di ritirarsi altrove costruendo Valinor, un nuovo regno, e la città di Valimar. Lì gli Ainur più potenti diventano Valar (Potenze del Mondo), mentre i rimanenti prenderanno il nome di Maiar, ovvero il Popolo dei Valar.

Valaquenta, il secondo capitolo, parla dei Valar, dei Maiar e delle lotte combattute contro le forze del male. Viene anche introdotta una figura che diverrà in seguito fondamentale: Mairan "L'Ammirabile", uno dei Maiar più forti, che verrà presto irretito da Melkor (nel frattempo ribattezzatosi Morgoth) e prendendo così il nome di Sauron. Compongono l'esercito di Morgoth, tra gli altri, anche gli Orchi e i Balrog, altri Maiar fuorviati da Morgoth e trasformati in demoni del fuoco. 

Quenta Silmarillion è principalmente incentrato sulla forgiatura dei tre Silmaril, gioielli che racchiudono la luce dei potenti Due Alberi di Valinor, destinati al popolo degli Elfi. Morgoth però riesce a rubare le gemme e così seguiamo tutte le vicende e peripezie che avvengono nel tentativo di recuperare i preziosissimi Silmaril. Quenta Silmarillion narra poi numerosi altri racconti incentrati su vari personaggi, alcuni dei quali sono davvero meravigliosi. Uno su tutti quello che descrive le gesta di Turin, eroe valoroso ma perseguitato costantemente dalle sventure e dalla morte.

Akallabêth tratta invece dell'ascesa e della caduta di Nùmenor, una grandissima isola al centro del mare Occidentale, che venne donata dai Valar ad una popolazione di Arda chiamata Edain come ringraziamento per averli aiutati a combattere Morgoth. L'isola verrà poi distrutta dagli stessi Valar, infuriati con i Nùmenoreani colpevoli di essersi lasciati corrompere da Sauron che li convinse poi a tentare di invadere Valinor. In seguito viene raccontata la fondazione dei regni dei Nùmenoreani esiliati: Arnor e Gondor.

Infine nell'ultimo capitolo, intitolato Gli Anelli di Potere e la Terza Era, viene spiegata l'origine e la fine degli Anelli che Sauron diede ad Elfi, Nani ed Uomini per poterli soggiogare grazie alla potenza dell'Unico Anello, da lui forgiato in gran segreto tra le fiamme del Monte Fato. La maggior parte delle vicende qui narrate vengono sviluppate in modo più ampio nell'opera più famosa di Tolkien: Il Signore degli Anelli.

RECENSIONE
Iniziato da Tolkien nel 1917 e rifinita e pubblicata solo dopo la sua morte dal figlio Christopher circa sessant'anni dopo, Il Silmarillion rappresenta la base storico-mitologica di tutto l'universo tolkeniano, ed in particolare costituisce l'ossatura de Il Signore degli Anelli.
Concepito come un'opera che sta a metà tra il testo sacro (io personalmente ho notato diverse analogie con alcune vicende bibliche) e le grandi epopee nordiche, come ad esempio il poema finnico Kalevala, Il Silmarillion è considerato da molti come il vero, grandissimo capolavoro dello scrittore sudafricano e devo dire che io sono tra questi.
Incredilmente particolareggiato e ricchissimo di avventure, di battaglie e di personaggi epici; questo libro è senza nessunissima ombra di dubbio il massimo capostipite di tutto quanto concerne il genere fantasy. Quello che mi ha impressionato maggiormente è la ammirevole passione ed enorme dedizione che Tolkien rivolse, praticamente per tutta la vita, a questo immenso lavoro. Un attaccamento ed un'abnegazione tale che suscitano in me un sentimento quasi di commozione. 
Mi permetto infine di chiudere con un mio personalissimo consiglio a tutti coloro che non hanno ancora letto questo libro: non date ascolto a chi bolla, magari in maniera un po' semplicistica, Il Silmarillion come il classico "mattone". Provate a leggerlo e forse vi renderete presto conto che, sebbene non si tratti di un testo tra i più semplici ed immediati, contiene una così grande quantità di argomenti ed avvenimenti che è praticamente impossibile rimanere insensibili al fascino di questa autentica gemma della letteratura moderna. E ve lo dice uno che, salvo alcune eccezioni, non è mai stato un grandissimo fan del fantasy e di tutte le sue numerose derive ma che fa parte di tutti coloro profondamente convinti che, quando i libri sono belli, NON C'È GENERE CHE TENGA.


BF


Nella nostra libreria:
J.R.R. Tolkien
Il Silmarillion (The Silmarillion)
ed. Bompiani
682 pag.
traduzione di Francesco Saba Sardi



 












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