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venerdì 14 marzo 2014

N.P. - Banana Yoshimoto (1991)

"Traducendo un'opera di qualcuno che ha una forte influenza, si è coinvolti mille volte di più che leggendola soltanto."
La mamma di Kazami

TRAMA
Kanō Kazami è una ragazza che lavora presso il dipartimento di letteratura angloamericana dell'università. La conoscenza dell'inglese le è stata trasmessa dalla madre, traduttrice, ed in seguito dalla sua relazione, quand'era adolescente, con Shōji, un uomo molto più grande di lei. Shōji le aveva fatto conoscere, tra le altre cose, N.P., un romanzo scritto in inglese da Sarao Takase, un autore giapponese emigrato in America, morto suicida diversi anni prima. N.P. era in realtà una raccolta di racconti, 97 per la precisione, che mai era stata tradotta in giapponese; e proprio il ragazzo di Kazami si stava occupando di essa, ma non solo: oltre ai 97 racconti aveva iniziato a tradurre anche il numero 98, inedito.
Non era stato in realtà il primo a tentare quest'opera, ma le due persone prima di lui che si erano cimentate in questa impresa erano entrambe morte suicide. E lo stesso aveva fatto Shōji.
Kazami ha proseguito, nonostante il trauma, a vivere la sua vita, ma vuole comunque tentare di portare a termine l'opera del fidanzato. E, quasi improvvisamente, conosce Otohiko, il figlio di Takase, e Saki, sua sorella gemella, con cui stringe immediatamente una forte amicizia. In seguito incontra anche Sui, la ragazza di Otohiko, nonché protagonista di N.P., che le rivela di essere in possesso del racconto 99. Ne manca ormai solo uno per terminare il gioco dei Centoracconti: e sarà quello che vivranno i quattro ragazzi durante quell'estate in prima persona, sulla propria pelle; e che Banana Yoshimoto ha scritto per noi.

RECENSIONE
Mi dispiace, perché non si può proprio dire che Banana Yoshimoto scriva male, anzi, forse complice una traduzione ben eseguita, il suo stile è sempre pulito e lineare. Però, come avevo anticipato nella recensione di Tsugumi, sono un po' stufa della stessa minestra: sarà sicuramente un mio limite, ma dopo l'ennesimo libro basato sul binomio amore-morte condito con qualche altro elemento qua e là (in questo caso: goffi tentativi di approcci saffici e rapporti incestuosi) potrei quasi indovinare la trama degli altri scritti dall'autrice ma non ancora letti.
Anche le protagoniste, come Kazami, sembrano fatte con lo stampino, indistinguibili l'una dalle altre, e nulla ci viene dato di abbastanza stimolante da vedere in loro una persona vera, o comunque un personaggio al quale affezionarci, o al contrario da odiare... nulla, l'apatia più assoluta, al massimo un po' di fastidio per la loro assoluta inverosimiglianza.
Non voglio essere cattiva, perché comunque trovo che occorra rispettare il lavoro altrui. Sicuramente non tutti la pensano come me, anzi, Banana Yoshimoto è amata ed apprezzata da moltissime persone in tutto il mondo.
Di fatto però io sono rimasta delusa per i motivi che ho già spiegato, e ribadisco che trovo che sia un peccato, dal momento in cui avrebbe le potenzialità per scrivere bene trattando anche altre tematiche.
Con la scrittrice giapponese, almeno per il momento, io mi fermo qui. Naturalmente sarei ben felice di ricevere consigli e pareri da parte di quanti di voi avessero letto altri romanzi successivi a N.P.; e chissà che non mi facciate cambiare idea.

BW

Nella nostra libreria:
Banana Yoshimoto
N.P. (N ‧ P)
ed. Universale Economica Feltrinelli
165 pag.
traduzione di Giorgio Amitrano

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