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sabato 15 marzo 2014

Acid House - Irvine Welsh (1994)

"Ti fa male, Euan. Oh, cazzo, è una cosa che ti sventra. C'è solo l'ero che ti può togliere il dolore. Posso farci un tubo. Io sono morta dentro. Non puoi capire... nessun uomo può capirlo. Hanno ucciso una parte di me, Euan... la migliore."
Ange, da 'Stoke Newington Blues'

RECENSIONE 
Ventuno racconti alcuni dei quali già pubblicati precedentemente su alcune riviste e fanzines, compongono questa antologia, la prima, di Irvine Welsh.
Che, sebbene all'epoca di uscita della suddetta raccolta fosse ancora semisconosciuto, ci mostra uno scrittore già formato e veramente in stato di grazia. La media qualitativa qui infatti è altissima: tolti un paio di episodi che non mi sono piaciuti proprio, il resto di questo libro è roba davvero da leccarsi i baffi, con almeno sei-sette momenti di grandissima narrativa welshiana.
Lo scenario è spesso quello dei rioni e dei caseggiati popolari di Edimburgo nei quali l'autore è cresciuto, lo stile è già lo stesso che i suoi fan impareranno ad apprezzare in seguito; selvaggio, scatenato, fulminante e terribilmente diretto. E, ciliegina (marcia) sulla torta (andata a male), un umorismo feroce, corrosivo e beffardo.
Ed ecco così che da questi presupposti non può che nascere una bellissima storia d'amore "malato", di emarginazione e solitudine ambientata ad Amsterdam, come è ad esempio Eurotrash, oppure la folle, allucinata cavalcata dal titolo La causa del Granton Star. Insieme a Dove i rifiuti incontrano il mare, Tenerone, I due filosofi e la conclusiva, splendida, Acid House che dà anche il titolo alla raccolta, rappresentano a mio parere l'apice narrativo non solo di questo lavoro, ma credo che in generale siano da annoverare tra le cose migliori mai scritte dal bad boy della letteratura britannica.
Assolutamente doveroso poi sottolineare la bellezza di un racconto che magari può risultare un po' alieno dal contesto ma, secondo me, stupendo. L'ultima vacanza infatti narra con una delicatezza ed una malinconia che solo i grandi scrittori riescono a rendere la storia di un anziano vedovo che decide di andare in crociera sulla stessa nave a bordo della quale l'amata moglie si è suicidata, esattamente un anno prima. Un gioiello estremamente commovente e di grande impatto emotivo, dedicato a tutti quelli che reputano lo scrittore scozzese incapace di trattare temi che non siano la droga, i rave, il sesso sfrenato o il futbal.
Da Acid House inoltre è stato tratto un film omonimo nel 1998, che ritengo carino ma niente di più. Se per caso l'avete visto e vi è piaciuto, datemi retta: leggete il libro perchè è mille volte meglio.
Ancora una volta infine, un grosso plauso a colui che ha tradotto la maggior parte della bibliografia di Welsh uscita in Italia e cioè Massimo Bocchiola, il quale anche in questa occasione si dimostra abilissimo a trasporre l'ostico gergo della working class scozzese in un italiano imbastardito ma molto chiaro ed accessibile a tutti, inventandosi anche alcuni termini a dir poco geniali.
Da parte mia quindi, libro superconsigliato. Avanti dunque, che aspettate? Come direbbe lo stesso Irvine: "Compratelo, fatevelo prestare o rubatelo!"

BF


Nella nostra libreria:
Irvine Welsh
Acid House (The Acid House)
ed. Guanda Editore
199 pag.
traduzione di Massimo Bocchiola





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