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mercoledì 30 aprile 2014

Lo hobbit - J. R. R. Tolkien (1937)

"Da Thorin e Compagnia a Bilbo, lo Scassinatore, salute e salve! Ti ringraziamo sinceramente per l'ospitalità e accettiamo con gratitudine la tua offerta di prestarci la tua assistenza professionale. Questi sono i termini: pagamento in contanti alla consegna, fino, ma non oltre, a un quattordicesimo del guadagno netto totale (se ce ne sarà); tutte le spese di viaggio assicurate in ogni caso; spese funebri a carico nostro o dei nostri rappresentanti, se se ne presenterà l'occasione e la questione non verrà sistemata altrimenti."
Thorin & Co.

TRAMA
La tranquilla e monotona vita di Bilbo Baggins, uno hobbit della Collina, viene all'improvviso scombussolata quando riceve l'inaspettata visita dello stregone Gandalf e di ben tredici nani, tra cui Thorin Scudodiquercia "figlio di Thrain, figlio di Thror, Re sotto la Montagna". Confuso da questa inaspettata combriccola, Bilbo si trova non solo ad offrire loro té e torte, ma anche ingaggiato suo malgrado come Scassinatore per una pericolosa ma altrettanto affascinante avventura.
Da anni infatti l'enorme tesoro di Thror, che ora spetterebbe legittimamente a Thorin, è nelle grinfie del malvagio drago Smaug, che vive nella montagna da cui ha scacciato i nani; ebbene, il coraggioso Re ha deciso che è giunta l'ora di riprendersi ciò che è suo di diritto, ed ha promesso ai suoi tredici aiutanti (i dodici nani Balin, Dwalin, Fili, Kili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur più Bilbo) di dividere il tesoro in quattordici parti uguali, ricompensa che farebbe gola a molti.
Ma ancora più che per il tesoro, il motivo segreto che spinge Bilbo ad accettare è un altro, che risiede nel suo DNA: egli è infatti un Tuc da parte di madre, e come tutti sanno i Tuc sono attratti dall'avventura!
La strana combriccola parte quindi per riprendersi il tesoro: dovranno però affrontare terribili pericoli, come troll, orchi, Mannari e, non da ultimo, il ferocissimo Smaug.
Ce la farà il povero hobbit a tornare nel suo buco hobbit a Sottocolle?

RECENSIONE
Divenuto famoso anche ai non amanti del genere in questi ultimi due anni grazie ai primi due capitoli dell'omonima trilogia di Peter Jackson, Lo hobbit è talvolta considerato il fratello minore del ben più popolare Signore degli Anelli. Questa considerazione non mi trova però affatto d'accordo: innanzitutto perché senza il primo non ci sarebbe il secondo. Ne Lo hobbit infatti Tolkien dà vita a tutta una serie di personaggi e di avvenimenti da cui dipendono altrettanti personaggi ed avvenimenti ne Il Signore degli Anelli.
In secondo luogo trovo assolutamente logico e plausibile che proprio durante la stesura del primo dei due romanzi l'autore cominciò ad avere idee riguardo al secondo, che Tolkien infatti iniziò a scrivere proprio nel 1937, quando l'altro venne pubblicato.
Al di là dei paragoni comunque, Lo hobbit ha tutte le carte in regola per essere definito, se non un capolavoro, comunque un'ottima opera: fantasia, una trama avvincente, linguaggio semplice da risultare accattivante sia agli adulti che ai bambini, personaggi perfettamente caratterizzati (voglio solo evidenziare quanto sia difficile riuscire in questa impresa quando si hanno ben quindici personaggi principali, di cui però dodici, se si secludono Bilbo, Gandalf e Thorin, estremamente simili tra loro); ma anche, com'è tipico di Tolkien, una Terra "inventata" (Arda, e nello specifico la Terra di Mezzo) e soprattutto una lingua "inventata" (ricordo che in realtà è partendo proprio dalla lingua che lo scrittore ha sentito la necessità di creare popoli per essa).
Ad integrare e rendere ancora più godibile la storia, almeno nella nostra edizione, sono presenti anche le illustrazioni di Alan Lee, molto belle ed apprezzabili anche da un adulto. Non posso invece fare paragoni con edizioni precedenti, perché purtroppo possediamo solo questa versione piuttosto recente, ma ho trovato comunque eccellente la nuova traduzione della nostra edizione, a cura della Società Tolkeniana Italiana, che, nel pieno rispetto della filosofia filologica del professore di Oxford, è riuscita a mantenere in rima le canzoni e le poesie che numerose si trovano tra le pagine dell'opera, pur mantenendole leggere, sensate ed addirittura (quasi) sempre rispettando la metrica.
Lo hobbit è quindi un libro che consiglio vivamente a chiunque, di qualunque età, poiché è talmente completo da riuscire a soddisfare le esigenze letterarie, se non di tutti, sicuramente di molti.

BW

Nella nostra libreria:
J. R. R. Tolkien
Lo hobbit. Un viaggio inaspettato (The Hobbit or There and Back Again)
ed. Bompiani
410 pag.
traduzione di Caterina Ciuferri in collaborazione con Paolo Peron per la Società Tolkeniana Italiana
illustrazioni di Alan Lee

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