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venerdì 31 gennaio 2014

Requiem - Antonio Tabucchi (1991)

"Questo giorno ti aspetta e tu non puoi sfuggirgli, non puoi sfuggire al tuo destino, sarà un giorno di tribolazione ma anche di purificazione, forse poi sarai in pace con te stesso, figliolo, perlomeno è quel che ti auguro."
La Vecchia Zingara

TRAMA
Una domenica di luglio, in una Lisbona soffocata dalla canicola, un uomo si trova ad incontrare diversi personaggi, molti in sogno, altri forse reali. Le dodici ore in cui si svolge la storia durano in realtà una vita intera, o più, perchè essa è fatta di ricordi e di allucinazioni.
Un enorme, fortissimo omaggio al Portogallo e alla sua cultura scritto da un autore italiano proprio in portoghese, per enfatizzare il suo amore per questo Paese.

RECENSIONE
Se Sostiene Pereira mi era parso un libro "strano" (non in senso negativo!), Requiem (giustamente sottotitolato "Un'allucinazione") lo è in maniera ancora più estrema.
Già il fatto che si tratti di un romanzo scritto in una lingua che non è quella madre dell'autore, poichè "una storia come questa avrebbe potuto essere scritta solo in portoghese, e basta", fa capire quanto esso non si limiti a ciò che viene scritto, ma a molto di più. Anche ciò che viene sottinteso, e che magari nemmeno viene colto dal semplice lettore, è ricco di significato, perchè sono convinta che davvero si tratti dei ricordi di Tabucchi, o dei suoi sogni.
Requiem, insomma, è un libro da leggere, da vivere, non da spiegare.
Voglio solo lanciarvi una piccola sfida (e non barate, mi raccomando!): riuscite a capire chi è l'ultimo ddei personaggi incontrati dal narratore, colui che viene chiamato "Il mio Convitato"? Io lo ammetto: nella mia profonda ignoranza non ci ero arrivata.

BW

Nella nostra libreria:
Antonio Tabucchi
Requiem. Un'allucinazione (REQUIEM uma alucinação)
ed. Universale Economica Feltrinelli
139 pag.
traduzione di Sergio Vecchio

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