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giovedì 16 gennaio 2014

Guerra eterna - Joe Haldeman (1974)

"Ora vi dirò una cosa, una volta sola, quindi farete bene ad ascoltare attentamente... Qui noi siamo in combattimento, e in combattimento c'è una sola punizione per la disobbedienza e l'insubordinazione... Questa è una pistola modello 1911 dell'esercito, calibro 45, ed è un'arma primitiva ma molto efficiente. Il sergente e io siamo autorizzati ad usare le armi per uccidere, al fine di imporre la disciplina. Non costringeteci a farlo, perchè lo faremo. LO FAREMO!"
Capitano Sherman Stott


TRAMA
1997. L'umanità è da poco entrata in conflitto con la misteriosa e sconosciuta razza aliena dei Taurani, così chiamata in quanto proveniente da un pianeta vicino alla costellazione del Toro (Taurus). Tutti i governi terrestri pertanto applicano un arruolamento obbligatorio di giovani uomini e donne che, dopo essere stati sottoposti ad un addestramento massacrante che spesso provoca diverse vittime tra le reclute, vengono trasformati tramite un persistente condizionamento mentale in perfette macchine da guerra.
La storia, narrata dal punto di vista del giovane soldato William Mandella, ci mostra così una serie di cruente battaglie combattute per mezzo di tute potenziate simili in tutto e per tutto ad armature ipertecnologiche e scontri all'ultimo sangue su pianeti sperduti e desolati, lontanissimi dalla Terra. Infatti, solo pochi anni prima la scienza è riuscita a trovare il modo di viaggiare attraverso portali interstellari ed entrare così in contatto con mondi molto distanti, il tutto in un tempo relativamente breve. Tutto questo comporta però che, per effetto della dilatazione spazio-temporale, per i soldati che viaggiano da un capo all'altro dell'universo utilizzando i suddetti portali il tempo trascorso risulta essere tuttosommato esiguo, mentre in realtà sul pianeta madre sono passati numerosi anni.
Per effetto di tutto ciò quindi, Mandella una volta ottenuta la prima licenza ritorna sulla Terra ma scopre un mondo totalmente diverso da quello che a lui sembra di aver lasciato solo poco prima. Quando i militari ritornano a casa trovano i genitori, i parenti e gli amici invecchiati o addirittura morti ed in generale tutta una serie di cose in cui non si riconoscono più, essendo di fatto il mondo spintosi in avanti senza di loro e contribuendo così al forte senso di emarginazione provato da quelli che sono, per l'appunto, ancora dei ragazzi. 
La guerra, intanto, prosegue imperterrita senza alcuna soluzione di continuità.

RECENSIONE
Grande classico della space opera militare  e capace di aggiudicarsi nel 1976 sia il premio Nebula che il Premio Hugo, ovvero i due massimi riconoscimenti in materia di narrativa fantascientifica, Guerra eterna è anche e soprattutto una grandissima metafora della guerra del Vietnam, conflitto che Haldeman combattè realmente e nel corso del quale venne anche ferito in modo serio. 
Tanto è vero che è impossibile non cogliere una certa similitudine tra i sentimenti provati da Mandella ed i suoi commiltoni una volta tornati sulla Terra, e le grosse difficoltà di reinserimento nella società che ebbero i reduci dal Vietnam, per non parlare dell'atteggiamento generalmente maldisposto da parte di molti dei loro connazionali nei propri confronti.
Quindi un romanzo dalle forti tematiche sociali che però vengono affrontate per fortuna in modo tutt'altro che pedante o retorico. Il messaggio di fondo di Guerra eterna è indubbiamente antimilitarista e neppure troppo nascosto, ma comunque viene lanciato dal punto di vista di uno che tutte queste situazioni estreme le ha vissute sulla propria pelle e pertanto ancora più significativo.
Il modo di descrivere la guerra dell'autore si contraddistingue perchè privo della pomposità e della vanagloria che permea frequentemente lavori di questo tipo; i soldati si drogano prima degli assalti e vengono  di continuo ingannati dalle autorità che li considerano come pedine sacrificabili, i feriti una volta curati alla bell'e meglio vengono immediatamente rispediti a combattere, alcuni di loro si rendono anche protagonisti di autentiche carneficine indiscriminate. 
La guerra descritta da Haldeman in definitiva non ha niente di epico; al contrario è sporca e maledetta ed i protagonisti si guardano bene dal compiere atti eroici, curandosi in primo luogo di portare a casa la pelle.
In conclusione un libro che credo sia molto importante leggere per tutti i motivi elencati prima, peccato solo per il finale un po' sottotono che a mio parere non è assolutamente all'altezza del resto. 
In ogni caso, un piccolo capolavoro.

BF


Nella nostra libreria:
Joe Haldeman
Guerra eterna (The Forever War)
ed. Editrice Nord
181 pag.
traduzione di Roberta Rambelli



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