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giovedì 23 gennaio 2014

Il segreto del Bosco Vecchio - Dino Buzzati (1935)

"Mancano particolari sul come Sebastiano Procolo venne a scoprire la faccenda dei genî e del vento Matteo. [...] Ma è indiscutibile che il Procolo non ci mise molto a conoscere la verità; senò non sarebbe successo quello che poi avvenne."
Dino Buzzati

TRAMA
Quando il Morro, l'uomo più ricco della vallata, muore lasciando i suoi beni in eredità ai due nipoti Sebastiano e Benvenuto Procolo, la vita degli abitanti della Valle di Fondo e di quelli del Bosco Vecchio cambia improvvisamente: è vero che Benvenuto è solo un bambino di dodici anni che ancora frequenta il collegio, gracile e deboluccio, e che quindi non può compiere azioni potenzialmente dannose; ma è pur vero suo zio, il colonnello Sebastiano, ne è il tutore.
Il Procolo ben presto scopre che il Bosco Vecchio è abitato da genî, esseri semplici e benigni capaci di assumere la forma di animale o di uomo, e decide di sfruttarli per ottenere grandi quantità di legna da vendere con cui arricchirsi.
Ma i genî cercano di ribellarsi, così il colonnello libera il terribile vento Matteo, imprigionato dagli stessi esseri della foresta più di vent'anni prima, che per gratitudine si mette al suo servizio.
Col passare del tempo la cupidigia avvelena sempre più il cuore del severo proprietario, tanto da spingerlo a desiderare ed organizzare la morte del nipote. Resta da vedere se il magico ambiente che lo circonda riuscirà a redimerlo e fermarlo dalle sue malefiche intenzioni.

RECENSIONE
Faccio una premessa dedicata a questa particolare edizione in nostro possesso: trovo un filo esagerato da parte dell'editore inserire ben 44 pagine tra introduzione, cronologia e bibliografia prima dell'inizio del libro vero e proprio. Se è pur vero che la cronologia posta in quella posizione può essere un interessante elemento che spiega meglio al lettore in quali circostanze è nata l'opera che si appresta a leggere, un'introduzione fine a sè stessa che in realtà altro non è che un unico, lungo spoiler dell'intera trama non si poteva ma si doveva evitare, o perlomeno usare come postfazione.
Detto ciò, il lettore meticoloso che avesse letto queste pagine introduttive saprebbe che, al momento della pubblicazione de Il segreto del Bosco Vecchio, Buzzati lavorava già da sette anni al Corriere della Sera, e che da sempre provava un'immensa passione per la montagna e l'alpinismo.
Ed ecco spiegato il libro: appare infatti come la cronaca giornalistica dei surreali e fantastici fatti che accadono nella Valle di Fondo e sui monti che la circondano. I protagonisti non solo gli esseri umani, ma praticamente tutto viene dotato di vita e di pensiero, animali, piante, venti ed i famosi genî. Ma al contrario di quanto accade spesso, Buzzati non pone una netta linea di separazione umani/cattivi e non umani/buoni. Ognuno può avere pregi e difetti, vizi e virtù, e sta solo ad egli stesso decidere come comportarsi.
Abbiamo detto chi sono i personaggi, ed abboiam parlato dello stile giornalistico; rimane da dire di cosa tratta il libro. Nonostante la lunga introduzione non ci sono elementi per avere la certezza dell'origine che sta alla base di esso; la mia teoria è che si tratti di storie del folklore bellunese che l'autore ha preso e trasformato per farne una sorta di racconto fantastico dalle atmosfere vagamente dark.
Un romanzo molto particolare, che forse non consiglierei a chi non avesse mai letto nulla di Dino Buzzati in quanto non semplicissimo, nonostante le apparenze. Ma comunque una lettura degna di nota, in particolar modo se si considera che ha quasi ottant'anni.

BW

Nella nostra libreria:
Dino Buzzati
Il segreto del Bosco Vecchio
ed. Oscar Mondadori
44 + 149 pag.

 

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