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martedì 19 novembre 2013

Il vizio dell'agnello - Andrea G. Pinketts (1994)

"È il vizio dell'agnello. Ha in mente il proverbio 'Il lupo perde il pelo ma non il vizio'? Ecco, è il contrario. Mi spiego: in genere è facile accostare ai lupi vizi e cattiverie, ma forse è solo fame. Invece il vizio dell'agnello è più subdolo perchè nascosto, inimmaginabile per la mansuetudine dell'animale, per l'innocenza del bambino colpevole. Ecco, la cattiveria dei bambini è il vizio dell'agnello."
Dottor Totem, specialista in tabù


TRAMA
Lazzaro Santandrea, non avendo ancora deciso cosa fare "da grande", ammazza il tempo giocando a fare lo psicologo sotto lo pseudonimo di Dottor Totem e ricevendo i pazienti in uno studio ricavato nell'appartamento milanese della nonna.
Qui si presenta un giorno una coppia di coniugi novantenni che chiedono un aiuto all'esimio Dottor Totem specialista in tabù. La loro figlia Branka infatti, insignita un tempo del prestigioso premio "Angiolotta di bontà" come bambina più buona dell'anno, ora sta cominciando a comportarsi in modo preoccupante. E' maleducata, fa dispetti alle altre bambine, insulta i genitori e di recente ha iniziato anche ad avvelenare i piccioni in Piazza del Duomo. Lazzaro decide dunque di incontrare Branka e quello che gli si presenta davanti è uno spettacolo che va oltre il grottesco: Branka ha circa sessant'anni, ma si veste e si atteggia come una bambina delle elementari ed effettivamente, come si scoprirà in seguito, il premio di bontà vinto come bambina modello risale al lontano 1939!
Parlando con lei Lazzaro scopre che ora Branka sta cominciando a stancarsi di avvelenare i piccioni e sta pensando seriamente di passare agli esseri umani, diventando a tutti gli effetti una serial killer. Branka va quindi assolutamente fermata prima che accada l'irreparabile. Ma non sarà affatto facile e con il prezioso aiuto di Duilio Pogliaghi, alias Pogo il Dritto, taxista dalle geniali intuizioni il cui motto è: "Non diciamo cazzate" ed Antonello Caroli, attore fallito e perennemente depresso, Lazzaro si dedicherà a questo caso inquietante con la consueta dose di incoscienza e di sprezzo del pericolo.

RECENSIONE
Scritto con il solito stile di Pinketts funambolico e divertentissimo, Il vizio dell'agnello rappresenta la seconda fatica letteraria dell'estroso autore milanese, ed è un altro libro grandioso.
Sullo sfondo di una Milano visionaria della fine degli anni ottanta, si svolge questa storia che assume ben presto i contorni dell'assurdo più che del giallo. Personaggi splendidi, vicende surreali e una trama scarna ed essenziale contribuiscono a rendere davvero irresistibile questo romanzo. E poi c'è la nota abilità di Pinketts nel trastullarsi con la lingua italiana, con le sue parole ed i suoi modi di dire, buttati in una centrifuga impazzita e rimescolati a seconda delle proprie necessità.
Un libro che forse è un po' riduttivo definire noir, per quanto in effetti siano presenti alcuni elementi tipici di questo genere, ma che tende soprattutto a raccontare le mirabolanti scorribande di Lazzaro e della sua improbabile ciurma in una città che, in quegli anni, è stata veramente per un po' al centro del mondo, prima di una rovinosa caduta.
Probabilmente un gradino sotto all'esaltante Lazzaro, vieni fuori, trovo che Il vizio dell'agnello sia in ogni caso un buonissimo romanzo estremamente coinvolgente e senza dubbio consigliatissimo. Assolutamente da leggere, anzi, da divorare.

BF

Nella nostra libreria:
Andrea G. Pinketts
Il vizio dell'agnello
ed. Universale Economica Feltrinelli
235 pag.


 





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