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lunedì 4 novembre 2013

Arancia meccanica - Anthony Burgess (1962)

"- È un libro, - dissi. - Lei sta scrivendo un libro -. Feci la ciangotta molto grave. - Ho sempre avuto la più grande ammirazione per quelli che riescono a scrivere i libri -. Poi guardai il primo foglio e lì c'era il titolo: ARANCIA MECCANICA, e io dissi: - Un titolo ben stronzo. Chi ha mai sentito di arance meccaniche? -"
Alex

TRAMA
Alex è un ragazzo quindicenne che vive nell'Inghilterra di un futuro non meglio precisato, dove i giovani parlano uno slang anglo-russo chiamato Nadsat e soprattutto sono dominati dall'ultraviolenza. Il Nostro Affezionatissimo è tutto fuorchè un ragazzo stupido: scaltro e sveglio, forse più istruito della media dei suoi coetanei, è un grande appassionato di musica classica in generale, ma soprattutto del grande Ludwig Van (Beethoven). Ciò nonostante, lo stesso Alex è a capo di una banda composta, oltre che da lui, dai suoi tre soma (o drughi): Pete, Georgie e Bamba. I quattro girano per la città alla ricerca di qualcuno da malmenare o con cui scontrarsi, come la banda di Billyboy, aumentando sempre di più l'entità della loro violenza.
Una notte i quattro malcichi raggiungono un cottage isolato, riescono a farsi aprire con un espediente e, dopo aver picchiato e immobilizzato il padrone di casa, uno scrittore, ne stuprano la moglie.
Dopo questo episodio, però, Georgie cerca di scalzare Alex dalla posizione di leader, e così il Nostro Umile si vede costretto ad impartire al potenziale avversario una severa lezione, destinata in realtà a tutti e tre i soma.
Qualche sera dopo, la banda irrompe a casa di una vecchia, ma stavolta la situazione scappa di mano al ragazzo, e l'anziana rimane in fin di vita; ma quando lui fa per fuggire dall'abitazione, viene tramortito da Bamba. Al suo risveglio si trova circondato dai poliziotti, ma quando prova ad incolpare i tre malcichi si rende improvvisamente di essere finito in una trappola tesagli dai suoi ex soma; i tre infatti si sono creati un'alibi di ferro corrompendo delle babusche, delle anziane alcolizzate che in cambio di un goccetto testimoniano di aver trascorso tutta la serata insieme a loro al pub.
Nel frattempo la situazione di Alex si complica: la vecchia è morta, ed il ragazzo viene condannato a 14 anni di reclusione. Ma la prigione va stretta ad uno come lui, e così, quando gli si presenta un'occasione per tentare di abbreviare la propria detenzione, non ha un attimo di esitazione.
L'occasione è una nuova terapia sperimentale chiamata Cura Ludovico, che mira ad eliminare completamente ogni impulso violento in chi si sottopone ad essa.
Ma sarà davvero la salvezza e la fine dell'ultraviolenza per il giovane Alex?

RECENSIONE
Partiamo dal titolo: Arancia meccanica. Che cosa significa, a parte essere il nome del libro che lo scrittore F. Alexander sta scrivendo quando lui e sua moglie vengono aggrediti dai drughi?
Ci sono varie teorie a tal proposito, ma quella sicuramente più veritiera è quella dello stesso Burgess, che sosteneva che fosse un'espressione cockney sentita da un vecchio in un pub ("sono sballato come un'arancia meccanica"). Per il significato più completo dell'espressione stessa vi rimando alla postfazione a cura dell'autore, presente nell'edizione, o in alternativa su wikipedia. 
In generale l'arancia meccanica sta ad indicare un comportamento freddo ed impulsivo, meccanico per l'appunto, proprio dell'uomo, che lo spinge a compiere azioni di una brutalità animalesca contro i suoi simili. Lo stesso autore fu vittima di questa violenza: così come la moglie dello scrittore F. Alexander della storia, anche la compagna  di Burgess fu violentata da un gruppo di soldati americani a Giava, dove egli risiedeva all'epoca.
Forse anche a causa di questa esperienza traumatica tutto il libro è permeato da un'incessante sensazione di rassegnato pessimismo verso il futuro. I giovani sono in preda all'ultraviolenza, ma la cura a questo comportamento li rende ancora peggiori: durante la sua permanenza in prigione, Alex non si pente di ciò che ha fatto, probabilmente anche perchè le sue azioni non sono compiute con rabbia, frustrazione o cattiveria, ma in "buona fede", come un'attività ricreativa qualsiasi; non solo, ma addirittura contrae nuovi vizi, come la ruffianeria, l'ipocrisia e la falsità. Ma i giovani non sono gli unici bersagli di questo pessimismo, tipico di numerosi romanzi di fantascienza scritti in quegli anni: la stessa società, intesa sia come aggregazione di persone sia come organizzazione è descritta come opprimente e repressiva. Ma le forze d'opposizione, rappresentate dallo scrittore F. Alexander e dai suoi amici intellettuali, non sono certo migliori.
E così, con lo scorrere delle pagine, Alex si trasforma agli occhi del lettore da carnefice spietato a vittima impotente della violenza altrui, nonchè a strumento da parte delle varie fazioni politiche per recare danno ai relativi avversari, senza avere la minima possibilità di libero arbitrio in tutto ciò.
Un ultimo accenno va fatto al capitolo conclusivo del romanzo, presente solo in alcune edizioni. C'è un alone di mistero che aleggia su questo capitolo, ma la teoria più veromisile è quella che sostiene che inizialmente Burgess non avesse previsto di concludere in questo modo il suo libro. Stanley Kubrick, regista dell'omonimo film del 1971, dichiarò di aver letto questo finale "solo dopo aver lavorato per molti mesi alla sceneggiatura". Con ogni probabilità, l'autore fu costretto dall'editore ad inserire questa conclusione supplementare per garantirsi la pubblicazione in alcuni paesi ed evitare il rischio della censura. Fatto sta che a parere di tutti (anche dello stesso Kubrick) l'ultimo capitolo sembra scritto da un'altra persona, non sembra avere nulla a che fare con il resto del romanzo; non voglio svelarvi il motivo (lo spoiler è sempre in agguato!), ma concordo in pieno con il regista newyorkese.
Un libro per chi ha amato il film, un libro per chi non l'ha mai visto, che ha molto da insegnare all'uomo dei giorni nostri e su cui invito tutti a riflettere, ragazzi ed adulti.

BW

Nella nostra libreria:
Anthony Burgess
Arancia meccanica (A clockwork orange)
ed. Einaudi
235 pag.
traduzione di Floriana Bossi


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