BW&BF

mercoledì 18 settembre 2013

La lunga marcia - Richard Bachman (1979)

"Sei ancora in tempo a cambiare idea..."
Mrs. Garraty

TRAMA
Ray Garraty è un ragazzo di 16 anni, orfano di padre, che fa la stessa vita di tantissimi altri ragazzini della sua età. E come tanti altri ragazzini della sua età si è iscritto volontario alla "Lunga marcia", ma a differenza di tanti altri lui è uno dei 100 sorteggiati per gareggiare. La lunga marcia è l'evento dell'anno, la lotteria a cui tanti ambiscono a partecipare perché il premio per il vincitore è poter ricevere tutto ciò che si desidera per il resto della propria vita. Ma è anche l'evento nel quale non esiste un secondo classificato.
La lunga marcia infatti ha solo tre regole:
1 - Bisogna camminare ad almeno 6 chilometri l'ora; se si scende sotto i 6 chilometri l'ora, si prende un'ammonizione.
2 - Si recupera un'ammonizione se per un'ora non se ne prende un'altra; si può arrivare ad un massimo di tre ammonizioni contemporaneamente; alla quarta ammonizione si viene congedati.
3 - Vince chi rimane per ultimo senza essere congedato.
Peccato che il congedo non sia una semplice stretta di mano, ma un'esecuzione da parte dei militari del Maggiore, il leader-dittatore organizzatore della lunga marcia.  

RECENSIONE
Quando ho letto per la prima volta questo romanzo sapevo ovviamente chi era Richard Bachman, anche se non avevo mai letto nulla firmato da lui prima, ma soprattutto non sapevo di cosa parlasse il libro se non a grandi linee. Ma la magia è scattata subito, mi sono immersa nella lettura e per 279 pagine sono stata Garraty, ho vissuto le sue paure, le sue debolezze, i suoi dolori. L'angoscia di rallentare, di essere ammonito, di essere congedato corre a braccetto con un distacco quasi indifferente dalla realtà che ci circonda, tanto che verrebbe da gridare ai ragazzi: "Fermi! Cosa state facendo? Perché correte con tanta smania incontro alla morte?"
Bachman é riuscito a creare un reality show ante litteram, ancora prima del suo stesso Running man, ma se non si fa caso all'anno di pubblicazione si potrebbe pensare che al contrario si sia ispirato ad essi, anche perché le atmosfere che è riuscito a ricreare sono identiche: lo stesso pubblico esaltato, indifferente alla tragedia che si sta compiendo davanti ai suoi occhi, anzi, bramoso di riuscire a cogliere quell'attimo preciso in cui un ragazzino smetterà di vivere.
C'è chi dice che la lunga marcia sia una metafora della vita stessa, il percorso che conduce al destino che ci accomuna tutti. Non lo so, non ho pretese di andare a cercare significati nascosti nei libri. O un libro mi piace, oppure no. E La lunga marcia mi è piaciuto.


BW

Nella nostra libreria:
Richard Bachman
La lunga marcia (The long walk)
ed. Sperling Paperback
279 pag.
traduzione di Beata Della Frattina

  

Nessun commento:

Posta un commento