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sabato 3 maggio 2014

Ventimila leghe sotto i mari - Jules Verne (1870)

"Signore, [...] io non sono altro per voi che il capitano Nemo, e i vostri compagni e voi non siete per me che i passeggeri del Nautilus."
Il capitano Nemo

TRAMA
Aronnaux, professore presso il Museo di Storia Naturale di Parigi, è un eminente e famoso naturalista. Nel 1866 i mari di tutto il mondo vedono comparire uno strano fenomeno: una "cosa enorme", un oggetto lungo, molto veloce e talvolta luminoso viene avvistato da moltissime imbarcazioni, le quali a volte vengono anche attaccate e danneggiate gravemente.
Nessuno riesce a capire di cosa si tratta: se sia un'arma da guerra costruita da una qualche potenza in gran segreto, oppure da un privato, o ancora un gigantesco animale marino. Proprio per verificare quale sia questa misteriosa minaccia viene organizzata una spedizione di "caccia al mostro" sulla fregata Abraham Lincoln, e viene chiesto proprio ad Aronnaux di unirsi alla spedizione, per verificare che la creatura sia un liocorno marino, o narvalo, gigantesco, come ipotizzato dal professore.
Bramoso di avventure ma soprattutto di scoperte, Aronnaux accetta senza indugio e si imbarca a bordo della Abraham Lincoln insieme al fidato servitore Consiglio, il quale è un appassionato classificatore. Lì conoscono tra gli altri il fiociniere canadese Ned Land, marinaio preziosissimo proprio per via della sua infallibile mira con la fiocina.
Dopo mesi di navigazione la Abraham Lincoln si imbatte finalmente nel misterioso essere marino, tenta inutilmente di colpirlo e raggiungerlo ma, dopo un inseguimento di ore ed ore alla massima potenza, viene colpita molto violentemente proprio da ciò che stava rincorrendo e finisce alla deriva.
Ma Aronnaux e Consiglio, insieme a Ned Land, vengono sbalzati fuori dalla nave e finiscono naufraghi; ma proprio quando stanno per perdere le speranze vengono salvati proprio dal "liocorno gigante". Si tratta in realtà di una macchina sottomarina enorme e molto potente, il Nautilus, capitanata da un misterioso quanto affascinante capitano che si fa chiamare Nemo ("nessuno", in latino). Egli odia tanto le terre emerse quanto ama il mondo sottomarino, tanto che indossa solamente abiti fatti con un alga e si nutre unicamente di prodotti marini.
Iniziano dunque così le avventure dei tre naufraghi a bordo del Nautilus, col quale percorreranno "ventimila leghe sotto i mari".

RECENSIONE
Ventimila leghe sotto i mari è uno di quei libri che, almeno una volta nella vita, bisogna leggere. Spesso questo accade nell'infanzia o nell'adolescenza, magari in versioni adattate apposta per quella fascia di età, comunque è uno di quei classici imprescindibili, soprattutto per gli appassionati di fantascienza, poiché Verne è uno di quegli autori grazie ai quali questo genere è nato.
Pur non avendo inventato "il sottomarino" (che, contrariamente a quanto viene dichiarato nelle note della nostra edizione, già esisteva), Verne è stato lungimirante nell'immaginarne gli sviluppi e nello sfruttare questo espediente per far viaggiare il lettore nelle profondità abissali, piuttosto che attraverso un fantomatico tunnel sottomarino per permettergli di attraversare il canale di Suez prima ancora che esso venisse inaugurato (in realtà questo era già avvenuto al momento della pubblicazione del romanzo, ma esso è ambientato tre anni prima).
Purtroppo però va anche detto che Ventimila leghe sotto i mari non è un libro "semplice da leggere" per un lettore odierno: il ritmo viene continuamente spezzato da innumerevoli elenchi di pesci, molluschi, alghe e coralli, piuttosto che dalla loro classificazione, e devo confessare che più e più volte mi sono addormentata, pur essendo fermamente determinata a voler proseguire con la lettura. Ma se questa "pecca" è da imputare al povero Verne, a cui non voglio nemmeno farne una colpa, purtroppo molti altri difetti sono invece dovuti alla nostra edizione.
La prima cosa che balza all'occhio non comporta nemmeno l'apertura del libro: basta voltarlo e guardare la IV di copertina. A fianco di una breve biografia di Verne, si trova una citazione di Giulio Mozzi (Ma chi è? Il curatore? C'è scritto che si occupa di un sito, ma non viene riportata nessun'altra indicazione!) in cui parla di sé, del padre e confessa di non ricordare nulla del romanzo di Verne. Ora io mi chiedo quale sia il valore aggiunto di questa citazione, comunque...
Vabbé, la IV di copertina non è importante quanto il contenuto del libro, apriamolo. Mi imbatto ovviamente nell'introduzione di Alfredo Barberis; e dopo poco viene fatto uno spoiler grande come una casa, non solo sul romanzo che stiamo per leggere, ma addirittura sul suo seguito. Grazie, sig. Barberis: posso anche evitare di leggere L'isola misteriosa, tanto mi ha già detto tutto lei!
Presa da rabbia non termino nemmeno l'introduzione (non si sa mai che mi sveli anche chi è l'assassino nel prossimo giallo della Christie che leggerò) e comincio, finalmente, la lettura del romanzo vero e proprio.
Ma purtroppo mi accorgo che il testo, ha qualcosa che non va. Come dite? Ho fatto un errore? Ah, la virgola tra soggetto e verbo non va mai, MAI messa, ed è una delle regole basilari della grammatica italiana? Beh, a quanto pare non vale per questa traduzione o questa edizione (non so se il pasticciaccio brutto sia opera della traduttrice o dell'editor), poiché è difficile trovare una singola pagina dove l'uso delle virgole sia corretto: oltre a metterle tra soggetto e verbo, forse a titolo di compensazione, spesso e volentieri non vengono chiusi gli incisi, rendendo spesso, al di là delle pignolerie grammaticali, molto difficile la comprensione immediata delle frasi, costringendo il lettore a rileggere interi pezzi per dedurne il significato.
Mi dispiace, perché da una casa editrice grande ed importante come la BUR Rizzoli ci si aspetta un trattamento ben diverso per un capolavoro indiscusso della letteratura mondiale come Ventimila leghe sotto i mari.

BW

Nella nostra libreria:
Jules Verne
Ventimila leghe sotto i mari (Vingt mille lieues sous les mers)
ed. BUR Rizzoli i grandi romanzi
436 pag.
traduzione di Maria Grazia Schiuzzi

    

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