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sabato 24 maggio 2014

Checkpoint - Nicholson Baker (2004)

"Se ciò che faccio provoca una rivoluzione, tanto meglio. Prima arriva la punizione che ci meritiamo, prima la smettiamo di fare i bulli col resto del mondo, e prima cessano le uccisioni."
Jay


TRAMA
Siamo a Washington, nel maggio del 2004, in piena campagna elettorale e Jay, intellettuale di mezza età che sta vivendo un periodo difficile a livello personale, chiama l'amico Ben, insegnante nonchè marito e padre felice, dicendogli che deve parlargli al più presto.
Così Ben, essendo al corrente dei problemi di Jay, raggiunge un po' allarmato il luogo dell'appuntamento, una stanza d'hotel nelle vicinanze del Campidoglio. 
I due iniziano a chiacchierare amabilmente del più e del meno godendosi un buon pranzo innaffiato da un Chianti di dubbia provenienza (l'etichetta "Bella Firenze" non fa ben sperare...) quando, tra una bistecca al pepe ed una Caesar salad, Jay svela all'amico il perchè lo ha convocato con tanta urgenza: vuole infatti uccidere il presidente George W. Bush. 
Ben, dapprima incredulo, cerca poi di dissuaderlo dal compiere quella che reputa una follia insensata ed inutile, tanto più che Jay non appare propriamente in sè (intende usare armi come proiettili telecomandati e macigni all'uranio impoverito), ma più il tempo passa, più Jay appare sempre più deciso ad eliminare "il peggiore di tutti", anche a costo della propria vita.

RECENSIONE
Non deve aver avuto vita facile negli USA un testo come questo. Checkpoint infatti è un libro che, usando la forma del dialogo tra due amici, pone interrogativi e solleva questioni delicatissime. Sfruttando l'arma della provocazione e del paradosso Nicholson Baker si rivolge indirettamente al popolo americano dicendo: "Bush in questi quattro anni non ha fatto altro che alimentare odio, quindi perchè stupirsi se un pazzo dovesse compiere un gesto estremo?". Naturalmente col senno di poi e sapendo come sono andate le presidenziali del 2004 e del 2008 possiamo permetterci di osservare gli eventi in modo distaccato, ma otto anni fa molto probabilmente in America non erano in pochi a pensarla come Baker. 
Premesso che non sono nè un esperto, nè un amante della politica, qualche idea in merito tuttavia me la sono fatta anch'io. Non essendo nemmeno un cittadino americano, mi guardo bene dal dare un giudizio lapidario in un senso o nell'altro sull'amministrazione Bush, per farlo credo che dovrei quantomeno vivere per un certo periodo di tempo negli Stati Uniti, cosa che non ho mai fatto. So però quello che ho letto, visto ed ascoltato, e sono abbastanza convinto che Bush (soprattutto nel secondo mandato) abbia rappresentato una delle parentesi più negative nella storia dell'America. 
In questo volumetto (poco più di un centinaio di pagine)  Baker, per mezzo dell'esaurito sociopatico Jay, passa in rassegna tutte le nefandezze compiute da Bush junior e devo dire che di molte di esse non ero neppure al corrente, ma non si limita a questo. Egli infatti, armato di una coerenza e di un coraggio che, pur non condividendo molte sue idee, gli riconosco, arriva a chiamare il presidente "quel verme, quel deficiente texano del cazzo, che non sa neanche parlare, con quegli occhietti da cura di psicofarmaci". Capite da voi perchè credo che lo scrittore di Rochester qualche problemino in seguito alla pubblicazione di questo libro l'abbia avuto...
E non è finita: Jay a un certo punto si lancia in una lunga dissertazione nella quale demolisce, uno dopo l'altro, tutti i presidenti  dal dopoguerra in poi, comprese alcune icone come JFK. 
Testo molto particolare, e per molti aspetti  interessante, trovo che Checkpoint meriti di essere letto, indipendentemente da come uno la pensi su questioni come la guerra in Iraq o l'11 settembre. Penso che Baker abbia le idee ben chiare e sia pronto a tutto pur di difenderle ed io, che ripeto di non essere affatto d'accordo su tutto ciò che scrive, non posso che ammirare il suo coraggio e la sua integrità. Tutto il contrario invece di personaggi come Michael Moore che, secondo il mio personalissimo punto di vista, non è nient'altro che un opportunista che fa finta di graffiare, ben conscio del fatto di aver le spalle ben coperte da quello stesso sistema che tanto critica. Ma questa è un'altra storia...

BF


Nella nostra libreria:
Nicholson Baker
Checkpoint (Checkpoint)
ed. Mondadori Strade Blu
112 pag. 
traduzione di Edoardo Brugnatelli e Luca Fusari






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