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sabato 17 maggio 2014

Il nero e l'argento - Paolo Giordano (2014)

"C'era sempre un momento della cena di Natale in cui avveniva uno spietato confronto degli arrosti, quello preparato da mia suocera contro quello della signora A. Le due teglie venivano posate al centro del tavolo, vicine. Le duellanti si scambiavano una lunga occhiata, come in un western al femminile. Tutti noi, già appesantiti, mangiavamo obbedienti un boccone da ogni fetta, alternativamente, quindi riprendevamo con le lodi, più enfatiche e chiassose di prima. Nonostante cercassimo di stabilire un'equivalenza esatta, la signora A. vinceva infine ai punti, sempre."
Il marito di Nora

TRAMA
Da anni Nora e il marito conducono una tranquilla ed equilibrata vita famigliare "a quattro": oltre al figlioletto Emanuele infatti vive praticamente con loro, pur tornando ogni sera puntualmente a casa sua, la signora A., soprannominata Babette grazie alle sue capacità culinarie ed alla sua bontà d'animo. La signora A. ufficialmente sarebbe la tata del bambino, ma effettivamente è molto più di tutto ciò: è la tata di tutti e tre i membri della famiglia, che ama coccolare ed accudire in egual modo, e con il passare degli anni è diventata un vero e proprio membro della famiglia, tanto da trascorrere con loro anche le festività.
Ma un brutto giorno la signora A. si ammala, e il giorno del trentacinquesimo compleanno del marito di Nora smette di lottare e si abbandona al dolce sonno eterno.
E proprio da quel momento comincia Il nero e l'argento, in cui il marito di Nora, che è il narratore di tutto il romanzo, si trova a ricordare la signora A. e nello stesso tempo descrive come le loro vite cambiano e rischiano di sgretolarsi senza quel punto fisso attorno al quale ruotavano.
Una storia d'amore (l'amore tra le persone, non tra due amanti), una storia di dolore, fisico e psicologico, ma anche una storia di coraggio e speranza.

RECENSIONE
Dopo che Giordano mi ha fatta innamorare dei suoi primi due romanzi non appena è uscito Il nero e l'argento l'ho immediatamente acquistato, e l'ho divorato in appena un paio d'ore. Ma proprio come alla morte di una persona cara occorre del tempo per elaborare il lutto, anche io per scrivere questo post ho avuto bisogno di elaborare il libro, tanto da ritrovarmi a scrivere questa stessa mattina, a poche ore dalla pubblicazione.
Purtroppo la storia che ha scritto Giordano è una storia identica a quella di moltissime persone, pur essendo profondamente diversa. Ma tutti coloro che vengono toccati, personalmente o tramite persone a loro care, dal cancro, quella malattia talmente terrificante da attribuirle nomignoli come "il brutto male" per non doverla nominare, leggendo questo romanzo non possono non provare una morsa dolorosa al cuore; pur non avendo vissuto ovviamente gli stessi episodi del romanzo in cui la signora A. stava bene, possono riconoscere almeno parte delle sensazioni provate invece durante la malattia, sia da parte sua che da parte dei suoi cari.
Non mi piace andare sul personale, ma purtroppo questo è un momento particolarmente brutto, e in poco tempo abbiamo vissuto una serie di lutti di cui parte causati proprio dal "Big C". Mentre leggevo quindi, pur essendo assorbita totalmente dallo stile meraviglioso dell'autore, non potevo fare a meno di interrompermi di tanto in tanto per cercare di estirpare quel groviglio di dolore che sentivo crescere nel petto. A volte sono riuscita a fermarmi in tempo, altre volte mi sono accorta troppo tardi che stavo bagnando le pagine con le mie lacrime.
Il libro però è tutt'altro che patetico, soprattutto la stoica signora A. non si piange mai addosso, e fino all'ultimo affronta con grinta e determinazione quella malattia che però non riuscirà a sconfiggere. Il libro è piuttosto in grado di scatenare empatia, e la differenza tra i due concetti è enorme.
Per quanto riguarda lo stile narrativo, il lettore che avesse già letto La solitudine dei numeri primi o Il corpo umano non rimarrà deluso: l'autore utilizza lo stesso stile degli altri romanzi, e persino in questo riesce ad essere, attraverso il narratore, scientifico e rigoroso. All'inizio del romanzo è scritto che esso è il "frammento di una storia vera e dolorosa", e non stenterei a credere che autore e narratore possano essere la stessa persona, ma queste sono ovviamente solo supposizioni, totalmente irrilevanti al fine del romanzo peraltro.
Un libro non facile da affrontare quindi per il tema che tratta, o meglio non facile da affrontare in qualsiasi momento, ma che comunque prima o poi sarebbe da leggere. Giordano come pochi sa raccontare la vita quotidiana nell'irrealtà delle situazioni estreme, ed anche solo per questo merita di essere letto.

BW

Nella nostra libreria:
Paolo Giordano
Il nero e l'argento
ed. Einaudi
118 pag.

 

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