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domenica 15 giugno 2014

Rosmunda l'inglese - Giuseppe Ferrandino (2008)

"Mi chiedevo se la vita non richiedesse fin dalla nascita certe specifiche caratteristiche e coloro che si innamorano troppo sono quelli che non hanno tali caratteristiche."
Rosmunda de' Salibelli

TRAMA
Carlotta Bucarelli è una giovane pittrice che vive su un'isola dell'arcipelago campano. È bellissima, inquieta ed ha alle spalle un'infanzia piuttosto difficile segnata dall'omicidio del padre ad opera della madre stessa.
Carlotta inoltre vive da qualche anno una tormentata storia d'amore con Rosmunda, una coetanea meno sveglia, meno bella e pure un po' viziata; ma Rosmunda è in compenso molto ricca, essendo figlia di un proprietario terriero che viene considerato da tutti "uno dei due o tre padroni dell'isola".
Un giorno Carlotta viene ritrovata cadavere all'interno del proprio studio; uno dei pennelli che usa abitualmente le ha infatti trapassato il cervello passando direttamente attraverso una narice. La porta risulta chiusa a chiave dall'interno e sul quadro al quale la vittima stava lavorando vi è un messaggio volgare, assai poco in sintonia con la personalità fine ed elegante della ragazza. 
Le indagini vengono condotte da un giovane ed inesperto magistrato arrivato dal nord il quale inizia subito a torchiare Rosmunda, la sospettata numero uno. Ma arriva il primo di un alto numero di colpi di scena quando si scopre che Carlotta, la sera prima, aveva ricevuto uno strana telefonata alla quale aveva risposto con una frase sibillina, una specie di strana filastrocca. Inoltre, si viene ben presto a sapere che la vittima era solita prostituirsi con alcuni personaggi molto conosciuti della comunità tra i quali figurano un giovane di buona famiglia, un musicista ed uno stimato medico con qualche segreto di troppo. L'interrogativo però continua a non trovare risposta: perchè Carlotta è stata uccisa in modo così efferato? Aveva forse scoperto qualcosa che non sarebbe dovuto venire alla luce? Oppure, come sostiene decisa Rosmunda, in realtà si è trattato di un suicidio?

RECENSIONE
Dopo l'ottimo Pericle il Nero, che mi aveva impressionato in modo molto favorevole, mi sono letteralmente messo alla caccia di altri lavori di Ferrandino e sono riuscito a scovare questo libro in mezzo allo scaffale delle offerte. Inutile dire che mi sono lanciato come un falco sul volume ed in men che non si dica ero già alla cassa. Purtroppo infatti le opere del bravo scrittore ischitano, non so per quale ragione, si fa una fatica terribile a trovarle, almeno nella mia zona. Comunque alla fine sono riuscito nell'impresa ed ora sono qui a parlare di Rosmunda l'inglese, che viene circa quindici anni dopo Pericle e naturalmente, com'è giusto che sia, è molto diverso da esso.
Infatti, pur rimanendo in un'ambientazione partenopea, ci spostiamo dalle strade di Forcella, ai suggestivi paesaggi di un'isola immersa nella quiete, tra le viuzze di una piccola cittadina sonnolenta con il suo porticciolo e le sue lussuose ville. E qui, in un'ambientazione che più solare e mediterranea non si può, il geniale Ferrandino che fa? Mette in scena tra gli alberi di limoni e le piazzette assolate un classicissimo mystery alla Conan Doyle che verrebbe istintivo immaginarsi in un contesto ben diverso, nelle buie e grigie strade di Londra ad esempio, oppure in un cottage di campagna immerso nella nebbia.
Eppure Rosmunda l'inglese funziona, c'è poco da dire. Funziona la trama, intricata al punto giusto; funzionano i dialoghi caratterizzati da un linguaggio sofisticato mischiato ad espressioni più popolari; e funzionano i personaggi, credibilissimi e ben curati. Rosmunda, giovane donna insicura e dalla scarsa autostima, arriva ad odiare Carlotta perchè sicura che si sia voluta togliere la vita per abbandonarla. Senza di lei Rosmunda si sente un'inetta e priva di difese, tuttavia col trascorrere del tempo riuscirà anche a tirar fuori gli artigli.
Il personaggio più azzeccato però, resta a mio parere il padre di Rosmunda: questo vecchio gentiluomo del sud un po' all'antica, che parla quasi esclusivamente per mezzo di proverbi o modi di dire, anche inventati, completamente lacerato dal tremendo dubbio che la figlia possa essere un'assassina. 
Qualcuno potrà obiettare che manca l'azione (vero), che in Pericle il Nero c'era molto più tensione (verissimo), e io stesso devo ammettere che il noir napoletano col quale Ferrandino ha esordito mi era piaciuto sicuramente di più, però bisogna anche ammettere che il giallo classico è questo, e Rosmunda l'inglese è un giallo scritto davvero molto bene. 
E così riprende la caccia agli introvabili tesori di Giuseppe Ferrandino...

BF

Nella nostra libreria:
Giuseppe Ferrandino
Rosmunda l'inglese
ed. Mondadori
175 pag.






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